SCARAB: Martyrs of the Storm
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01/07/2020Gli Egiziani Scarab hanno forse più di altri saputo parlare della cultura della loro nazione. Spiritualità ed usi di un paese dall’innegabile fascino, trovano vigore nelle note di Martyrs of the Storm, terzo capitolo discografico di questa band. Il loro è un death metal martellante, certamente non comune, dalle armonie lussureggianti e dalla spiccata genialità. Non troviamo strumenti tipicamente ascrivibili all’antico Egitto, prendendo solo quell’estrema espressività dei Nile e del genere della morte, al servizio di evocativi crescendo e impasti vocali. C’è moltissimo della scuola americana, soprattutto dei Morbid Angel, con uno risvolto però più arcaico ed ascrivibile alla cultura egiziana. Il disco scorre via davvero intensamente, un concentrato di tecnica e di ambientazioni oniriche che lascia abbagliati. Non troviamo mai esasperazione con virtuosismi fini a sé stessi, così da rispettare quei tempi, soprattutto a livello ritmico, cari all’old school del death metal. In tal senso, la mancanza di strumenti tipicamente egiziani, trova nell’interpretazione ritmica meno arzigogolata, un buon compromesso con l’attitudine dei Nile. Questi ultimi infatti, puntando su suoni più folk, hanno potuto lasciar libero sfogo a strutture decisamente poco accostabili al concetto di pagan. Ragionamento a parte, gli Scarab ci regalano un disco eccelso, al quale forse ci sarebbe piaciuto vedere di più, a livello di suoni , del paese di origine, piuttosto che della scuola americana. Per il resto, non possiamo che complimentarci con artisti così concreti ed appassionati, a cui auguriamo un futuro fulgido, continuando su una strada fatta di personalità ed enfasi.
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