SARKE: Aruagint
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29/09/2013Incurante di tutto e tutti, Sarke e la sua band composta da grandi navigatori della scena norvegese, tornano a farci visita con questo nuovo 'Aruagint', ancora una volta su Indie Recordings. Il percorso è lo stesso già battuto nei precedenti lavori; black metal old style, scarno ed essenziale nei contenuti, il cui scopo è quello di rispolverare l’insegnamento di Hellhammer e Celtic Frost, senza tanti fronzoli e con un orecchio al rock 70's e allo speed degli 80's. La voce di Nocturno Culto arriva forte e ricorda molto quella di Tom G. Warrior, mentre sul lato musicale i riff lasciano il tempo che trovano, mai degni di nota soprattutto nella prima metà del disco, con qualche tastiera, anch’essa minimale, che a volte ha il merito di sollevare le tracce da quel senso di stagnante che è sempre dietro l’angolo. Il tutto suonato con ritmiche quasi mai veloci e melodie di chitarra innocue, che faticano a lasciare il segno. Tutto qui? Si. Nulla di più di quello che molte band stanno facendo da un po’ di tempo, ormai entrate in scia dei condottieri Darkthrone, che almeno hanno quella verve che qui manca di brutto. Niente black n’ roll dunque, ma solo song semplici e prevedibili, tanto da rendere entusiasmanti e spavalde le ultime produzioni Satyricon. La seconda "Jodau Aura" è da latte alle ginocchia, mentre le due brevi tracce successive hanno riff a dir poco scontati. Per fortuna nel finale il ritmo sale un po’ e con l’accoppiata "Skeleton Sand" - "Icon Usurper" ci si avvia ad una conclusione più dignitosa. La greve distorsione delle chitarre che troverete nel disco è di quelle che fa sempre piacere, e suonando alla velocità di Motorhead e Ac/Dc si può andare avanti per una vita. Ma in questo caso non ne percepiamo il senso.
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