SAMMY HAGAR: Danger Zone
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08/03/2019Sammy il rosso è sempre stato un rocker di prima grandezza, e ‘Danger Zone’ (pubblicato originariamente nel 1980) è uno dei tanti tasselli che hanno tracciato una carriera luminosa. Un album che irrompe prepotentemente sul nascere del decennio edonistico con una forgia autoritaria (tra i lavori più heavy del futuro Van Halen), oltre che frutto di una fruente creatività con qualche reminiscenza del periodo Montrose, almeno nei brani più guitar oriented come l’opener "Love Or Money" e in "Mommy Says, Daddy Says". Tom Scholz avrebbe dovuto ricoprire, nelle ambizioni di Hagar, il ruolo di produttore, ma non se ne fecce causa gli impellenti impegni con la sua band madre i multimillion seller Boston. La scelta ricadde su Geoff Workman (ingegnere del suono per Roy Thomas Baker), fresco delle registrazioni con i Journey di ‘Infinity’, che ha riversato tutta la sua esperienza su ‘Danger Zone’, un album ispirato nella scrittura e nel complesso ben definito grazie alla qualità dei suoni, che la ristampa della Rock Candy enfatizza migliorando, in modo considerevole, l’impatto sonoro. Gli album di Hagar testimoniano il valore artistico di questo rocker dotato di attributi, incallito performer ed autore con i controfiocchi, non a caso accetterà la proposta dei fratelli Van Halen e sappiamo quanto di buono ci abbia regalato questo binomio.
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