ROGER STAFFELBACH'S ANGEL OF EDEN: THE END OF NEVER
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14/02/2008Gli Angel Of Eden sono la nuova creatura di Roger Staffelbach, chitarrista degli Artension, che si affaccia al mercato europeo con l'album 'End Of Never'. Tra le sue fila il guitar-hero svizzero chiama il talentuoso tastierista italiano Mistheria, lo storico bassista statunitense Steve Di Giorgio (ex di Death, Testament ed Iced Earth tra gli altri), il batterista Rami Ali e il cantante Carsten Schulz, entrambi compagni negli Hard Rockers tedeschi Evidence One. Forte di un tasso tecnico ben superiore alla media la band propone un Power Metal sinfonico in chiaro stile Malmsteen infarcito da elementi Progressive che richiamano alla mente l'operato dei Symphony X. Purtroppo questa proposta, che già a questo punto della recensione sa di già sentito, non riesce a decollare ma si farà ricordare solamente per il ripetuto incedere dei virtuosismi del bravo Staffelbach. La titletrack riesce a rappresentare al meglio la proposta degli Angel Of Eden, con la doppia cassa in pompa magna adornata da tutti i clichè classici del Power Metal per un brano nel complesso niente male. Peccato che già dalla seconda traccia "Dreamchaser" le idee sembrano venire a meno. La canzone ricalca in tutto e per tutto l'operato dell'opener proponendo nel ritornello l'accoppiata cori/voce solista che, a parte per il testo, fotocopia quello di "The End Of Never". La band però riesce a calare anche qualche asso riuscendo ad impressionare negli episodi strumentali di "Return To Pharaoh" e "Towards The Light", mentre in "The Battle Of 1386" la scuola Malmsteeniana viene momentaneamente abbandonata per eseguire un brano dai forti richiami all'operato dei Symphony X che lascia il segno grazie all'ottimo riff portante delle chitarre. Tra le up-tempo songs di questo disco, nonostante la miscela sia sempre la stessa, "Into The Black" riesce a dire qualcosa di più, oltre che per la solita vagonata di assoli della coppia Staffelbach/Mistheria anche per un Carsten Schulz particolarmente brillante al microfono. Rimane ben poco da dire sulle tracce rimanenti: "Angel of Eden" e "Keys To Avalon" ricalcano il filone più classico del Power Metal scandinavo mentre "Stampede" si unisce al già fitto filone delle up-tempo songs senza dire niente di nuovo. In chiusura troviamo una cover, neanche a farlo apposta, del brano di Malmsteen "You Don't Remember, I'll Never Forget", eseguita magistralmente con l'ottimo Schulz mai in difficoltà sulle linee vocali di Mark Boals. In definitiva questi Angel Of Eden non aggiungono niente di nuovo ad una scena Power già fortenemente debilitata dalla presenza di numerose band sullo stesso piano. Le grandi qualità tecniche dei singoli nel complesso non riescono a fare la differenza, salvo rare eccezzioni, costruendo un album dedicato ai soli amanti del guitar hero svedese per antonomasia e dei pregiati solismi. Probabilmente il gioco non vale poi così tanto la candela...
_ PER I FANS DI Yngwie Malmsteen - Symphony X
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