PLATITUDE: SILENCE SPEAKS
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09/03/2006Gli svedesi Platitude giungono al terzo capitolo della loro giovane carriera con il nuovo album “Silence Speaks”. La band capitanata dal singer Erik Blomkvist ritorna a due anni di distanza dall’uscita di “Nine” con una nuova label, la Metal Heaven, e con un nuovo membro in line up: il promettente batterista Andreas Brobjer (17 anni). Rispetto agli anni passati il sound non è cambiato: Power Metal scandinavo affogato tra sonorità ovattate, spensierate melodie di tastiera e calde linee vocali con la tendenza a ripiegare su soluzioni Progressive. C’è bisogno di sottolineare come la band, giovane e virtuosa, abbia “ammorbidito” la propria proposta, puntando su soluzioni di maggiore impatto. L’opener del disco ha tutte le caratteristiche per venire considerata un brano da classifica grazie ad un refrain semplice e di facile presa con la band che spinge piano il piede sull’acceleratore senza osare. Stesso discorso vale per la titletrack, “Silence Speaks”, per il quale è stato girato un video. Brani come “Nobody’s Hero” lasciano intravedere sprazzi di creatività e la voglia di spingersi oltre, con un riffin’ più solido e delle gustose parti strumentali. La conclusiva suite “You” rappresenta l’apice del songwriting di questo prodotto, grazie alla bella interpretazione vocale del sempre protagonista Erik Blomkvist del quale colpiscono le calde linee vocali che forniscono espressività ai brani. “Walk With Me” rappresenta l’unico episodio fuori dalle righe, una sferzata decisa del sound verso ritmiche più veloci e con un graffiante chorus ottantiano. Una proposta non certo tra le più singolari quella dei Platitude, figlia dei capisaldi del power scandinavo e molto vicina a quella degli australiani Vanishing Point, ma che presenta elementi interessanti che lasciano ben sperare in un roseo futuro. “Silence Speaks” è un album d’atmosfera che non vi colpirà con pesanti cavalcate o con eccessivi fraseggi strumentali, un disco spensierato che vi accompagnerà per tre quarti d’ora di meritato relax. Certo che però, quando si hanno a disposizione musicisti del genere (Brobjer e Köllerström su tutti) sarebbe lecito chiedere e pretendere di più del solito compitino….è necessario per la band slegarsi dai soliti clichè e lasciarsi andare verso un prodotto più personale e maturo.
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