OTEME: Il Corpo Nel Sogno
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04/08/2018Torniamo a parlare degli Oteme, progetto musicale tutto italico, protagonista di un sound a metà tra la sperimentazione più pura, teatralità, dialogo e avanguardismo in note. Definire questa realtà non è per nulla semplice, poiché a livello testuale c’è una sorta di “scanzonato dialogo” tra i vari protagonisti, una realtà ripresa e resa in qualche modo “assurdamente” dalla band. Assurdità nei toni, non nei contenuti, jazz, tribalità e poi note che scivolano via con un eleganza, dolcezza. Molti gli strumenti coinvolti, in una vera e propria orchestra in cui tutto si completa, intrecciandosi, senza prevaricare o parlare di se stesso. Egoismi, assoli e virtuosismi non si vedono nemmeno per un istante, solo tanta competenza tecnica in una destrutturazione che non è altro che visione libera e personale della musica. Trovare un vero e proprio filo conduttore diventa complicato per chiunque, ma è chiaro come “l’artisticità” degli Oteme vada oltre classificazioni o confini. Meccanismo vetusto che, come carillon, ruota su stesso, trovando ogni volta però nuovi protagonisti, una danza tra luci ed ombre, psichedelica in parole e musica, senza apparenti soluzioni di continuità. Se non avete una mente aperta, non troverete soddisfazione con Il Corpo Nel Sogno, in caso contrario apprezzerete l’ironia e l’emotività di una band che non segue mode o indirizzi precisi. L’unico appunto è sulla voce di Stefano Giannotti, mente del progetto, però a tratti inadeguata al contesto. Resta però la qualità e il coraggio degli Oteme, a cui auguriamo di continuare così, senza paura di essere criticati o non capiti, liberi e spensierati, con sensibilità, ma leggerezza.
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