ORPHEUS OMEGA: Partum Vita Mortem
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12/11/2015Avete presente il melodic death? Beh, piace a tutti il melodic death, vero? Per quanto non dica più nulla di nuovo da anni, se non nel ricalcare se stesso e imitando (male) un certo metalcore, tutti abbiamo apprezzato i capisaldi del genere, e probabilmente il metal sarebbe stato infinitamente più povero senza. Ma detto questo, mi spiegate però che senso ha fare un disco nel 2015 che è un sostanziale rip-off di Dark Tranquillity, Arch Enemy e roba simile, giusto con qualche linea vocale con la voce clean giusto per restare in questo decennio. Vi scrivo soltanto che il sottoscritto ha interrotto a metà l'ascolto di "I, Architect". Se permettete, In Flames e i già citati DT 'ste cose le facevano meglio. E più di quindici anni fa. E "Practice Makes Pathtetic"? Ma vogliamo parlarne? Sta roba farebbe arrossire anche i Children Of Bodom, e se non fosse per la tastiera, che a tratti salva l'insieme, sarebbe il soliton rip-off melo-power finlandese. Nonostante la band sia australiana. "Unravelling Today" se non altro è suonata meglio, ed in "Beacons" le zuccherose e onnipresenti tastiere cominciano ad assumere un senso. Poi l'immancabile ballad ("Echoes Through Infinity"), e sinceramente a parte la blackish "Silence, The I", che chiude dignitosamente il disco, qui salviamo veramente poco. Sinceramente della storia, del concept etc. non ce ne importa molto. Passare un'ora dietro ad un rip-off del genere ti fa passare ogni voglia di approfondire. Ctrl+C e Ctrl+V non significa fare musica. Mettetevelo in testa.
Non mettiamo un voto più basso perché produzione e competenze esecutorie non ce lo consentono.
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