NO USE FOR A NAME: KEEP THEM CONFUSED

Tornano i californiani No Use For A Name (per comodità li chiameremo NUFAN) con un nuovo studio album, intitolato “Keep Them Confused”, a tre anni di distanza dall’eccellente “Hard Rock Bottom”. Mi sento subito di chiarire che i NUFAN sono uno dei miei gruppi preferiti: albums come “Making Friends” (1997), “More Betterness” (1999) (forse il miglior lavoro della band), e il già citato “Hard Rock Bottom” (2002) restano senz’altro fra i migliori dischi punk-rock che la storia ricordi; potete quindi immaginare quanto aspettassi l’uscita di questo nuovo lavoro. Purtroppo le mie speranze sono state pressoché tutte deluse: quello che sta girando nel mio stereo non è certo il capolavoro che mi sarei aspettato da una band del loro calibro, visto anche che hanno avuto tre anni per lavorarci sopra. Si tratta invece di un discreto disco di punk-rock melodico, che di certo farebbe la gioia di qualunque discografico vista la fortuna che sta avendo il genere in questi ultimi tempi, ma che personalmente non mi soddisfa neanche un po’: un lavoro modesto, insomma, senza infamia e senza lode, con una produzione senza dubbio più curata rispetto ai precedenti lavori ma senza lo spirito che animava una volta le composizioni dei NUFAN. Della creatività di un tempo sembra che non ci sia traccia, ma la cosa che mi spaventa di più è il fatto che questo disco sembra essere stato fatto esclusivamente per addolcire il vecchio sound (melodico ma aggressivo) della band al fine di aprire nuovi orizzonti commerciali ed ampliare il loro mercato. Non che non manchino episodi felici, come ad esempio l’ottima opener “Part Two”, o la bella “Killing Time”, ma siamo ben lontani dai fasti di un tempo. Se non conoscete i NUFAN, ma cercate un buon disco di punk melodico per poter dire agli amici che ora anche voi siete dei veri punk, questo è l’album che fa per voi; se invece siete fan della band, vi consiglio di stare alla larga da “Keep Them Confused”. Ora spengo e vado a mettere su “More Betterness”…