MOLOKEN: Unveilance Of Dark Matter
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04/02/2020Disagio e straniamento: queste le sensazioni immediate nell’ascoltare il quarto full-length dei Moloken, band scandinava attiva, già da più di un decennio, in ambito estremo. Non possiamo inquadrare la band in un semplicistico stile musicale. Una cosa è certa: ciò che il gruppo vuole comunicare è quanto di più lontano dal facile ascolto. I riff dei brani sono dissonanti, lenti, cadenzati, sempre in disaccordo armonico ma perfettamente integrati fra loro. Un connubio di odio come appare in “Shadowcastle (Pt. I)” opportunamente miscelato e scatenato nelle orecchie dell’ascoltatore indifeso. Lo stile è unico ma possiamo comunque distinguere certe matrici di genere. Il suono molto sporco, fuzzy e non influenzato da effetti di modulazione, molto asciutto, fa subito pensare allo sludge o all’hardcore, come il brano “Hollow Caress” sul quale le voci puntualizzano le radici dei generi citati. I momenti di riposo sono ben distribuiti in pochi momenti di ripresa all’interno dei brani come in “Venom Love” o tramite interludi strumentali come “No Ease, No Rest” o “Repressed”. Non mancano certamente influssi più estremi come black, death, doom ma la peculiarità delle composizioni è il tratto progressive e “Lingering Demise” ne è un esempio. Sia ben chiaro, parliamo di progressive contaminato, malato che si rappresenta con cambi di tempo spiazzanti e repentini volutamente cacofonici, mentre arpeggi dissonanti simulano la malattia mentale. Molto interessante il lavoro di basso, in particolare su “Unbearable”, il quale non si comporta mai come strumento esclusivamente ritmico ma costruisce temi, riff, soli, e parti distorte molto caratteristiche. Musica lunatica ed oscura con la necessità di più ascolti approfonditi per poter comprenderla appieno.
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