MADHOUSE: Braindead
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11/06/2020Con la stessa formazione del debut album di due anni fa tornano i Madhouse, band teutonica rientrata sulle scene alcuni anni fa dopo una lunghissima inattività (ricordiamo che è stata fondata nel 1987). E' un heavy metal che punta dritto al bersaglio quello proposto dal combo amburghese, sovente arricchito da influenze thrash che non esitano a venir fuori nell'opener "Break The Ice", pezzo pregno di furore in stile Anthrax. "Never Say Die" è un omaggio al classic heavy germanico tra Grave Digger e Running Wild, così come "Last Man Standing", mentre "Who Made You God", pur mantenendo una certa ferocia, paga parecchio dazio nel refrain un po' banalotto, ma l'epica "Poisoned Blood" rimette le cose a posto. Didi Schulz, il vocalist, non è proprio un esempio di raffinatezza, ma ha una voce stentorea che emana carisma anche se può risultare un po' monocorde, ma finalizza a dovere il buonissimo operato delle due asce a loro volta supportate dalla sezione ritmica sempre in tiro e quadrata. Anche nei brani più cadenzati, come la stessa title track, la potenza non manca e la struttura si mantiene sempre equilibrata, per di più beneficiata da una produzione sicuramente all'altezza. "Knights Of Avalon" è un altro bell'omaggio alla band di Chris Bolthendal, e dopo due brani all'insegna del metal tradizionale buoni, ma abbastanza ordinari, si chiude questo buon sequel con la thrashy "Psycho God". 'Braindead' non sarà certo una pietra miliare del genere, ma è realizzato da musicisti che non risparmiano grinta e dimostrano di avere passione in ciò che propongono. Per gli amanti del metal "pane e salame" questo è un cd che fa al caso loro.
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