KORGONTHURUS: Kuolleestasyntynyt
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11/02/2021Drammaticità, sofferenza ed odio sono le parole che scaturiscono spontanee all’ascolto della terza fatica discografica dei finlandesi Korgonthurus. La band vede la luce nel 2000, discografia irta di demo, Ep e split, come da tradizione underground, ma solo tre album in tutto. 'Kuolleestasyntynyt' è un concentrato di intenso black metal, anima che si accartoccia, digrignando i denti, per poi lasciarsi andare in epici crescendo di chitarra. Il sound ci riporta in mente gli Horna, ma è riduttivo fermarsi ad un semplice paragone per descrivervi questo full-length. Il lavoro degli strumenti crea un turbine di suoni in cui angosce si perdono in suite strumentali in cui la contemplazione regna. La voce lancinante ci riporta al dolore di una pugnalata al cuore, melodie che echeggiano e trasportano mestizia profonda. Consapevolezza di non poter cambiare qualcosa, diventa consolazione per una lotta che diventa vana. Non ci dibattiamo così più, affondando in un gorgo nero di afflizione. Le strutture dei pezzi, le ripartenze, regalano una dinamicità che rispetta la old school, senza però franare in distorsioni fini a sé stesse. Livore trova così mille forme, sfumature che sottolineano la profondità di un album che regala di sé affascinanti pause, restando sempre black metal. I Korgonthurus meriterebbero spazio nel panorama estremo, poiché un disco così intenso, ispirato e nero è difficilmente concepibile da artisti vuoti e schiavi dei cliché. Loschi pensieri si perdono in un fiume in piena di rabbia, ferite sanguinanti, riaperte dolorosamente, arti scorticati sul freddo muro della cruda realtà.
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