KING'S X: XV
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27/05/2008'XV' è un disco a passo coi tempi e più diretto del precedente 'Ogre Tones'. Anche migliore sotto l'aspetto qualitativo dove il trio texano si modernizza e per certi versi accentua la vena melodica, ma senza mai perdere un'oncia del suo trademark. Si sa, per chi li segue da una vita, i King's X rappresentano quella frontiera sonora quasi unica, portabandiera di un rock che convoglia tutti gli elementi che lo rendono tale, ma riletto sulla base delle caratteristiche artistiche del trio. 'XV', per giunta, sa anche osare e mai come questa volta brani quali "Repeating Myself" (il cui arpeggio vale da solo l'acquisto del cd), o la beatlesiana ""Julie" ti si stampano nel cervello fin dal primo ascolto grazie a ritornelli ed a linee melodiche dai tratti orecchiabili ben accentuati. Un disco molto equilibrato nelle sue varie sfumature, però, che non si perde nelle cuciture e valorizza ogni singolo pezzo: andare avanti("Pray", "Alright" dove la pesantezza e l'urgenza emotiva la fanno da padrone), ed indietro nel tempo("I Don't Know", "Blue" sembrano scritte ad inizio anni '90 in piena era grunge) con questa disinvoltura e padronanza del proprio talento senza mai mettere l'accento su una sfumatura o l'altra è segno, nel caso ci fosse ancora il bisogno di sottolinearlo, che siamo al cospetto di una grandissima band. E di un gran disco, ovviamente. Il quindicesimo, che va ascoltato più volte per entrare nei suoi diversi meccanismi e che sintetizza al meglio quello che i King's X vogliono essere e sono oggi frutto di affiatamento, verve creativa spiccata ed alimentata da dischi solisti e partecipazioni a vari progetti e, aspetto fondamentale, guardare sempre avanti...voltandosi spesso indietro. Un lavoro, inoltre, che sfrutta a dovere una produzione a dir poco anatomica che si adatta con eccellenza addosso ai brani e che si piazza, a mio modesto avviso, tra i migliori della loro discografia.
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