KING KOBRA: King Kobra
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14/04/2011Partiamo subito da alcuni presupposti: dimentichiamoci i King Kobra di Mark Free, dimentichiamoci quella porcheria di 'Hollywood Trash' del 2001, scordiamoci i vari Kelly Keeling oppure i Johnny Edwards, calcoliamo che siamo di fronte ad una nuova band, e ciò è dovuto dall'apporto dell'ugola di Paul Shortino. Strana scelta quella di Carmine Appice, prima riesuma Johnny Rod ritiratosi anni fa dalla scena ed oggi infermiere a tempo pieno, poi David Michael Phillps che nel frattempo si trastullava con i Lizzy Borden, e Mick Sweda con che tra una reunion con i Bullet Boys e canzoncine per bambini era scomparso dalle scene, ed infine incassa il KO di Free e si getta su Shortino. Lavati via i pregiudizi si nota subito dal primo ascolto che questo disco è veramente bello! Forse il prodotto più "commerciale" a cui il roco singer abbia mai preso parte. Dall'opener "Rock This House" alla conclusiva "Fade Away" la qualità della proposta rimane sempre alta, similare alla natura di ciò che nel passato la band ci aveva abituato e, quindi, con il cambio di timone alla voce il tutto ha un sapore quasi unico. Ovvio che non è tutto rose e fiori, qualche inevitabile pezzo poco riuscito c'è, ma il valore dei brani "giusti" vince in assoluto. Straordinari momenti si rivelano "Live Forever", "Tear Down The Walls" e la stessa opener dove tutta la classe e l'esperienza dei singoli vengono elevati al servizio di una splendida nuova band, questi King Kobra versione 3 sono veramente speciali e hanno ancora tanto tanto da insegnare alle nuove leve.
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