KARIZMA: DOCUMENT
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08/04/2005Uno dei tanti progetti in cui figurano mostri sacri del jazz-rock e della fusion che danno vita a dischi e performance di notevole intensità artistica. Uno dei tanti progetti in cui figura l'onnipotenza tecnica di Vincenzino Colaiuta, ultimamente affacciatosi anche sul panorama metal siedendo dietro le pelli dell'ultimo dei Megadeth(ma elencare anche solo alcune delle sue collaborazioni mette i birividi). Un progetto chiamato Karizsma che vanta tra le proprie fila Michael Landau(da Richard Marx ad Al Jarreau), David Garfield(Geroge Benson, Gregg Bissonette e moti altri) e Neil Stubenhaus(Manhattan Transfer, Sinatra tanto per gradire alcuni nomi). Band formata da Garfield, autore anche di spot pubblicitari di successo(Coca Cola, McDonald's) e di colonne("Fame" in primis,), sul finire dei settanta e
con alle spalle quattro dischi in studio e vagonate di live concert. E proprio da questi ultimi è estratto "Document", registrato durante il tour europeo del 2000 tra Danimarca e Germania, e uscito per la Ulftone(impavida etichetta che spazia su più fronti sonori). Oltre un'ora di musica, di improvvisazioni, di cover("Palladium" è targata Weather Report), di passaggi strumentali iper-tecnici ma mai freddi come si potrebbe pensare: Colaiuta è come sempre una furia, un cavallo selvaggio che scalpita e corre con grazia naturale(non mi è mai capitato di ascoltare altro drummer che suona così tanto come Vinnie, mai un vuoto o un tempo "lineare"); Landau che si lancia in esplorazioni sonore hendrixiane velate dal retaggio tipicamente fusion; l'istrionismo di Garfield(per la serie "cosa volete che vi suoni oggi") e Stubenhaus, irrefrenabile battitore libero alle quattro corde. Indubbiamente, i live set sono una manna dal cielo sia per il genere, sia per chi lo suona, e sono anche le performance necessarie per chi volesse avvicinarsi allo stile ed alle sonorità in questione, ma da sempre intomorito dall'idea di trovare una distesa di ghiaccio fine a se stessa. No, non è così. Qui c'è atmosfera da club, il fumo, drink che scivolano senza sosta sui tavoli, luci soffuse, elettricità, sudore ed ambiente privo dello snobbismo elitario tipico(a volte) del settore.
Fateci un pensierino, io intanto bevo un altro goccio mentre "E Minor Shuffle" continua a distrarmi i due coraggiosi neuroni che ancora pascolano nella mia testa.
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