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IRON MAIDEN: The Book Of Souls

data

07/09/2015
90


Genere: Heavy Metal
Etichetta: Parlophone Records
Distro:
Anno: 2015

Si chiude una era per gli Iron Maiden. Il nuovo album viene pubblicato su etichetta Parlophone Records, mettendo la parola fine a quella che è stata una intera carriera al cospetto della EMI, ma si sa che la forza sta nella stessa famiglia maideniana, ed ecco che il produttore Kevin Shirley consolida il lavoro delle sei leggende decidendo sulla qualità del suono, ed insieme a Steve Harris per far emergere la creatura di Eddie in una versione creativa rinnovata. Si apre con la mistica e cupa "If Eternity Should Fail", una song che rimane subito impressa, non proprio il tipo di apertura che ci si possa aspettare da un loro album, ma proprio questo pezzo ci farà capire che la via intrapresa sarà differente, Bruce Dickinson è in ottima forma ed il resto della band si dimostra solida e compatta nella migliore tradizioni degli Iron Maiden; "Speed Of Light" da cui è tratto un video ufficiale sarà il portale di collegamento con quello che è stato un passato glorioso. Veloce, diretta e con un Air Raid Siren che non si sentiva da tempo, mentre il basso di Steve ci introduce a "The Great Unknown", la quale, dopo un inizio lento esplode portando Adrian Smith, Dave Murray e Janick Gers, ad uno scambio di assoli fulminanti. Si prosegue con "The Red And The Black" che che include una delle più belle cavalcate ritmiche delle tre chitarre gemelle, e "When The River Runs Deep", quest'ultima  ci spingerà con potenza verso la titletrack "The Book Of Souls". La chitarra acustica ci immerge nel mistero vero e proprio del Libro delle Anime, le chitarre elettriche, pesanti e cupe, danno inizio ad un viaggio senza ritorno in una delle performance vocali di Bruce più significative. Il secondo CD apre con la agguerrita "Death Or Glory", la batteria incalzante di Nicko McBrain e le chitarre elettriche scatenano la furia della battaglia. "Shadow Of The Valley", tipica Maiden style, e "Tears Of A Clown", quest'ultima con una sezione ritmica fuori dagli schemi classici, è stata dedicata alla memoria del grande Robin Williams, mettendo a nudo il lato umano dimostrato dalla Vergine di Ferro. La melodica "The Man Of Sorrows" ci conduce verso quello che sarà il pezzo di chiusura dell'intero album: "Empire Of The Clouds". Scritta da Bruce Dickinson, si tratta di un brano di diciotto minuti, quasi una rock opera. Bruce la introduce al pianoforte insieme alla ritmica delle chitarre, questo pezzo si rivela essere un concentrato di emozioni uniche, una parte degli Iron Maiden che non siamo abituati ad ascoltare, ma allo stesso tempo dimostra il livello creativo coronato in trentacinque anni di carriera, con gli arrangiamenti delle chitarre che ne fanno una song speciale che punta dritta all'anima ed al cuore di tutti i fan: nessun cedimento in un pezzo cosi lungo, nessuna noia nell'ascolto di tutto l'album. E' vero, gli Iron Maiden degli esordi forse non si sentono più, ma noi per primi dobbiamo avere la capacità di guardare oltre. Aprite quindi il Libro delle Anime, e scopritene i segreti celati.

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