INFINITE HORIZON: DOMINION
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18/01/2010Dopo avermi favorevolmente impressionato con l'album 'Soul Reducer' fanno il loro ritorno i tedeschi Infinite Horizon, pronti a dare alla luce un nuovo lavoro ad un solo anno di distanza dal precedente. Questo nuovo 'Dominion', distribuito in Europa dalla Black Bards Entertainment, mostra un evidente evoluzione da parte del sestetto verso sonorità meno dirette e classiche, che davano al vecchio lavoro quell'inconfondibile retrogusto a là Savatage, puntando così verso i lidi più aggressivi dell'Heavy/Power dove a fare la parte del leone è il singer Marc Lemer, che scandisce lo scorrere del platter con la sua voce potente e ruggente. Inizio da manuale con una "I'm Alive" a là Circle II Circle che fa praticamente da eco all'opener del precedente disco, il cambiamento si percepirà nei brani successivi durante i quali pare che gli Infinite Horizon abbiano sviluppato, come se seguissero una filo conduttore, la proposta musicale delle ultime tracce contenute in 'Soul Reducer'. Il combo è encomiabile su "God Of Lies" e "Liar", dove i muri di chitarre rispondono con rinnovato entusiasmo ai ruggiti di Lemer. In tutto questo la presenza delle tastiere di Bastian Fuchs è ridimensionata a dei fill-up di poco conto, o al massimo viene centellinata per dare il via ad una manciata di brani. Come spesso accade però anche gli Infinite Horizon nella seconda metà del platter "perdono di mordente" o, ancora peggio, vengono schiacciati dal peso della ripetività. Di conseguenza nel finale si sente la necessità di un brano che sappia fare la differenza, come accadde con la splendida "Under Bloodred Skies". Gli Infinite Horizon continuano ad essere come quel tipo di band che ti piace, che tieni d'occhio con piacere, sulla quale magari ci scommetteresti, ma che però non riesce a convincerti del tutto. Ragazzi, io aspetto, il traguardo so che arriverà.
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