HALSHUG: Dron
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31/05/2020Dissonanti a tratti, ciondolanti e poi ipnotici, ecco gli Halshug, progetto punk/hardcore dalle sfumature dark, talvolta anche rock doom, con un retrogusto di vetusto ad insaporirne le atmosfere. Album diretto, mai eccessivamente aggressivo nei tratti, restando su velocità accessibili a tutti e mai sforando sull’hardcore più selvaggio. C’è un tratto di protesta e sofferenza nelle note, un po’ come se la rabbia fosse mitigata da una mestizia che non vuole offendere o ferire. In tal senso il lato oscuro di un’anima ferita resta appunto rigato dal pianto, più che diventare motore per violenza fine a stessa. Drøm viaggia su binari conosciuti, non avendo particolari alti, ma nemmeno scadendo nell’anonimato. Interessante la resa dei suoni, per certi aspetti vagamente garage, così da donare un non so che di oppiaceo sentore ad un disco che va oltre quindi il concetto di tradizionale. I lidi percorsi sono sempre gli stessi, bene o male, ma la passione e la competenza dei musicisti ci colpisce, soprattutto quando lineamenti psichedelici trasudano in Drøm. Su questo ultimo aspetto gli artisti dovranno lavorare, poiché la soluzione funziona e ben si sposa con il lato selvaggiamente hardcore dei pezzi.
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