HALCYON WAY: Bloody But Unbowed
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06/08/2018Un’onda d’urto ci desta, mano poi ci prende e tiene ancorati alla realtà, ad uno struggimento che, tra passioni ed immagini via via che ci tornano alla mente, poi sfocia in un’espressione di serenità. Un’altalena di gioia, rabbia e poi ancora entusiasmo ed angoscia viene rappresentata dalla quarta fatica in studio degli statunitensi Halcyon Way. La band vaga tra vari generi musicali, a metà tra la modernità ed il thrash degli anni novanta marcato Testament. Lapilli di progressive e voci più gutturali si intrecciano, sfiorando anche il concetto di industrial metal. Chimaira, Fear Factory e poi Soulfly si mescolano ai più attuali Dream Theather. Parliamo di atmosfere, tonalità, poichè non siamo a quella ricerca del perfezionismo tipico del progressive. Rivediamo delle sparute citazioni al melodic death, nello specifico alla scuola svedese In Flames e Dark Tranquillity. Schemi collaudati per una band che è capace di incastonare ruvidi approcci a più armoniche divagazioni vocali, ripartendo poi improvvisamente con un’arrembante accelerazione in stile thrash / death. L’album contiene dei momenti prevedibili e non, lasciandoci ben sperare per il futuro, ma per ora restando su dei standard ancora troppo familiari per poter parlare di uscita “segnante”. Full-length che a lungo andare perde di mordente, soprattutto quando l’espressività vocale più epica diventa ridondante, pezzi talvolta riempitivi e che allungano eccessivamente la durata complessiva. Pensiamo che gli Halcyon Way possano e debbano fare di più, quarta uscita discografica la loro che non denota ancora quella maturità e coscienza dei propri mezzi come invece esperienza vorrebbe. Il prossimo disco potrebbe essere la prova del nove per capire quale futuro ci riserveranno gli Halcyon Way, band dal sapore indefinito che ha tutte le carte in regola per sfondare.
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