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GLORY OF THE SUPERVENIENT: Glory Of The Supervenient

data

19/03/2017
69


Genere: Minimal Music, Progressive Music
Etichetta: OverDub Recordings
Distro: Warner / Chappell Music
Anno: 2016

La creatura Glory Of The Supervenient nasce a Milano nel 2015 da un’idea del batterista Andrea Bruzzone, che si prefigge l’obiettivo di coniugare e condensare molteplici sfere musicali verso un’unica creazione costruita organicamente. Grazie al contributo di Mauro Scarfia al sound design e di Angelo Giradello al basso, ed alla collaborazione con il chitarrista dei TesseracT Acle Kahney al lavoro di mastering, l’idea che prende lo stesso nome della band si districa essenzialmente nella produzione di soluzioni minimal sound, alle quali si associa tendenzialmente un prog che evoca ricordi settantiani provenienti soprattutto dal Belpaese. È una proposta che non si presenta eccessivamente articolata, tutt’altro; in “Identities” per esempio prevale il senso di concentrazione atmosferica dato da suoni dilatati e tendenti all’etereo, a differenza dei primi pezzi dell’album in cui la componente ‘progressive’ si è alternata con una certa insistenza. Il sound non particolarmente intricato si nota in “Infinite Tangles”, che parte abbastanza movimentata, torna sui territori minimali creati dalla mente di Andrea Bruzzone, per poi ricreare suggestione più dure e spesse dove emergono il basso di Angelo ‘Otus Dei’ Giradello e la batteria propompente dello stesso Bruzzone, vero mastermind e anima del progetto milanese. Bisogna fare attenzione perché questo progetto può trarre in inganno. All’apparenza sembra essere particolarmente adatto per contesti molto lounge, sostanzialmente accomodanti, creando sottofondi anche piacevoli per momenti di relax. Quando sembra aver raggiunto il giusto climax, ecco che all’improvviso irrompono le sterzate prog trafitte dal suono dei bassi quasi costantemente fuori tempo. Basta ascoltare per confutare tale tesi brani come “Through The Circles”. “Encountering The Encounterer” raccoglie molte influenze: si odono percorsi dub, speziate drum’n’bass, fino al concentrato prog che, assieme ai suoni minimali, è l’altro lato della medaglia forgiata dai Glory Of The Supervenient. Le pseudo-tastiere che Bruzzone propone sembrano essere un ricordo del tempo che fu, sembrano essere calate direttamente da band storiche quali PFM, La Locanda delle Fate, ecc., che hanno reso immenso il prog italiano nel mondo. Non solo suoni simil-Hammond, ma si creano anche suoni più intimi, che sembrano ricordare sensazioni dell’Estremo Oriente. Un’altra conferma dei due lati minimal e prog rock di quest’album proviene da un pezzo come “Isolated Earth”, un brano creato molto bene dove queste due facce si sposano quasi alla perfezione, con il lato prog particolarmente attivo al limite della follia sonora, senza mai però risultare ridondante, ma al contrario perfettamente nei ranghi, e la parte più soffusa che sembra riconciliarti con l’universo. La band milanese termina il proprio compito proponendo infine “Path Of The Night”, brano adatto proprio per gli ascolti notturni, con le creazioni lounge che vengono intervallate quasi costantemente con ritmi fuori tempo drum’n’bass al limite dell’ignoranza, ma senza per questo eccedere. La band stessa, nonché la OverDub Recordings, considerano questo lavoro coniandolo con il termine ‘new-progressive’. Ascoltandolo abbastanza attentamente, potrebbe anche starci. Sta di fatto che è un lavoro sicuramente interessante, sostanzialmente fuori dalle tematiche rock-metal che qui in Hardsounds trattiamo in maniera più approfondita; ma è pur sempre musica, e non si prescinde dal fatto che si sia creata musica di buona fattura, che come detto più volte in precedenza ha saputo conciliare anime diverse con il dovuto tatto e la indiscutibile perizia. Un lavoro che può essere fruito in più di un contesto, che va dalla propria abitazione in situazioni particolarmente tranquille e solitarie, al locale pubblico che presenta materiali curati ed atmosfere accoglienti, tipicamente da un cocktail e via, tenendo ben presente di non esagerare troppo con i volumi (soprattutto quando la componente prog prende il sopravvento) e di mantenere quindi un certo livello di guardia.

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