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FEANOR: Power Of The Chosen One

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24/05/2021
78


Genere: Heavy Metal, Epic Metal
Etichetta: Massacre records
Distro: Audioglobe
Anno: 2021

I Feanor sono una storica band argentina fondata dal bassista Gustavo Acosta, che torna con una line-up quasi completamente rinnovata, con la conferma del solo cantante Sven D'Anna (Wizard). In particolare, alle chitarre ritroviamo una vecchia conoscenza come David Shankle (che comunque aveva collaborato in un paio di brani nel precedente album 'We Are Heavy Metal'). Quest'ultimo prende di fatto il sopravvento nella band, che cerca a suo modo di "manowarizzare": ecco che, in questo nuovo full-length, "Power Of The Chosen One", scompaiono dunque i riferimenti tolkieniani (evidenti sin dal moniker), per far posto a testi infarciti di parole come "steel", "strong", "sword", "brothers", "heavy metal", "power" ecc. Insomma, tutto il tipico repertorio di quello che serve al perfetto metallaro per suonare "true". Shankle anzi ci tiene a sottolineare come questo disco possa rappresentare un ideale seguito di "The Triumph Of Steel": in tal senso, i brani sono quanto più possibile caratterizzati da anthem epici e sono evidenti i riferimenti alla ex band del chitarrista americano. Questi però spinge quest'idea fino al punto che, se su "The Triumph Of Steel" era stata inclusa una traccia alquanto lunga, "Achilles, Agony And Ecstasy", in otto parti, di fatto dedicata all'Iliade, qui il discorso prosegue con una traccia di quasi venti minuti, dedicata invece all'Odissea, "The Return Of The Metal King", suddivisa in nove parti. Insomma, Shankle sembra volere davvero chiamare a raccolta i fan dei Manowar e, pur non potendo avere al suo fianco Eric Adams e Joey DeMaio, trova tutto sommato dei validi comprimari in Sven D'Anna e Gustavo Acosta. Peraltro, il chitarrista trova modo di ritagliarsi un ampio spazio anche con ottimi assoli e lead guitar, sottolineando come tutto il sound sia genuino, senza alcun utilizzo di midi, plugin o sintetizzatori, mentre invece la band si avvale di un autentico coro di ben quaranta elementi e persino di qualche strumento tradizionale o etnico, come oud, bouzouki o mandolini. Insomma, un disco che viene concepito con l'idea di rispettare degli schemi ben precisi, ma che viene realizzato con grande cura dei dettagli e con soluzioni non sempre propriamente semplici o scontate. Peraltro, le canzoni funzionano molto bene: veloci e potenti, oltre che anthemiche, come prima accennato, sono dotate spesso e volentieri di refrain che riescono ad essere catchy sin dai primi ascolti. Niente male neanche due mid-tempo come "Lost In Battle" e "Fighting For A Dream", ma poi ovviamente la vera ciliegina sulla torta è rappresentata dalla notevole "The Return Of The Metal King". A questo punto, non vogliamo forzare i paragoni con "The Triumph Of Steel" e difficilmente "Power Of The Chosen One" potrà mai avere la stessa visibilità e lo stesso successo, ma riteniamo che con quest'album Shankle abbia saputo giocare bene le sue carte, realizzando un disco meritevole di attenzione, per tutti i motivi che abbiamo evidenziato. 

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