FADING RAIN: Let The SIlence Begin
data
09/09/2018Spiace molto recensire un disco, tra l’altro molto bello, di una band il cui cantante, dotato anche lui, di una voce calda e penetrante, è deceduto nel gennaio scorso. Questo disco assume quindi anche il compito, sempre difficile, di preservarne la memoria. Mi pare di capire, già da un primo ascolto globale e dal timbro della voce del compianto cantante Pierpaolo Romanelli, che questi Fading Rain (bel nome, n.d.r.) sono una sorta di pronipoti italiani dei Joy Division e di nipoti degli Interpol, e aggiungono qualche momento alla Bauhaus (si pensi al brano conclusivo, l’unico in italiano, “Memoria/L’addio”) e Siouxsie. ‘Let The SIlence Begin’, sia pure con qualche raro momento un po’ ripetitivo (alcuni brani potevano essere un po’ più corti), è un bel disco che riprende, appunto, suoni antichi, delicati e sensuali, che abbiamo ascoltato nei migliori anni ’80 (la prima metà..) e che sono tornati in voga, soprattutto tra i palati fini, negli ultimi 15 anni. Per cui, attraverso i brani, possiamo ascoltare arrangiamenti di basso ben in evidenza, chitarre lancinanti, chorus in abbondanza e voce cupa e profonda, come ricordavo prima. Sarà, poi, che adoro i Voivod (band troppo sottovalutata dal mainstream del metallo pesante…), ma anche qui trovo qualche loro traccia. Si tratta del brano “Collapse”, che sembra uscito da ‘Angel Rat’, il lavoro più “pop-wave” della band canadese. Questo è il primo disco full-length dopo un primo EP, e mi auguro che, nonostante la tragedia, la band continui a produrre musica, perché di musica di alta qualità di tratta.
Commenti