EMPIRES OF EDEN: Channelling The Infinite
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01/06/2012Ad eccezione forse dei soli Avantasia, queste "opere" metal con svariati ospiti e cantanti spesso cadono nel banale e creano un polpettone che ha l'unica peculiarità di confondere l' ascoltatore lasciandolo smarrito. Stu Marshall, talentuoso tuttofare di turno, arriva oggi al terzo capitolo, chiama a se i vari Rob Rock, Sean Peck e Steve Grimmet che già avevano fatto capolino negli episodi precedenti, aggiungendo fra gli altri Udo Dirkscneider (più screamer che altro), Mike di Meo ed un sorprendente Ale Del Vecchio, finalmente dietro un microfono e forte di una prestazione addirittura migliore dei suoi Edge Of Forever, e comunque autore del pezzo alla fine più bello dell'album, quella "Lion For Lumbs" che difficilmente esce dalla testa. Degne di nota troviamo "World Of Fire", molto Helloween, ben interpretata da Louie Gorgievksi e poco più. Il resto è un discreto heavy classico che si lascia ascoltare e che scivola via indolore e, ribadendo quanto detto in apertura, si conferma anche nel caso di questo disco, troppe voci e troppi stili alla fine confondono, e se non c'è un filo logico ci si perde. Voto alto per la qualità del poliedrico ragazzotto australiano e per gli attori che hanno preso parte al progetto, voto basso per la monotonia dei brani che, tolti un paio di momenti, sono davverl tutti uguali. Non contenti ci propinano due versioni differenti di "Hammer Down" e "Born A King" dove onestanemnte non se ne sentiva proprio il bisogno.
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