ELECTRIC MOB: Discharge
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11/06/2020Mettiamo subito le cose in chiaro: la principale "attrazione" degli Electric Mob ha un nome e un cognome, ed è Renan Zonta. Proprio così, perché il giovane brasiliano è veramente un fenomeno, uno di quei cantanti dotati di una libertà espressiva pressoché infinita. Il suo range vocale è illimitato ed il suo fraseggio perfetto, sia quando si tratta di esaltare l'ascoltatore "aprendo" la voce e raggiungendo vette notevoli (sui toni rabbiosi e le note alte ricorda fenomeni come Ray Gillen e Sebastian Bach), sia quando si tratta di emozionarlo dando spazio al suo timbro soul con un'interpretazione calda e sentita (da pelle d'oca la semi-ballad "Your Ghost", con un vibrato che ricorda ottimi interpreti della vocalità pop contemporanea come Lewis Capaldi). Giocoforza che l'esordio dei quattro carioca sia quindi incentrato sulle sue enormi doti canore (aiutate dal gran talento del chitarrista Ben Hur Auwarter), spiegate attraverso tracce che raccontano la storia dell'hard rock attraversando anni '70 ed anni '80 (il notevole Badlands number in "Got Me Runnin"), per giungere fino alla contemporaneità (le rabbiose "Gypsy Touch" e "123 Burn" giocano su un terreno familiare a band come Audioslave o Buckcherry). Il tutto è poi condito con fiati, blues & funky groove, atmosfere reperite dal miglior southern (lo strepitoso singolo "Devil You Know"), ed una produzione assolutamente moderna ed al passo coi tempi. È quindi tutto oro ciò che luccica? Se parliamo della voce, indubbiamente, se parliamo delle canzoni, anche, pur con qualche piccola riserva: la seconda parte del disco, infatti, quella in cui le sonorità "moderne" prendono maggiormente il sopravvento, risulta leggermente meno ispirata della prima, ad eccezione di qualche pezzo comunque ottimo come la conclusiva "We Are Wrong", in cui finalmente riemerge la melodia a scapito della potenza. Parliamo di un debutto, però, quindi il bilancio risulta indubbiamente positivo, con tutto il margine di crescita che ci auguriamo avverrà nel tempo. Quel che è certo è che Zonta, già in possesso di una personalità ben definita, è una fulgida stella destinata a brillare nel firmamento dei cantanti "che contano". Ottimo inizio.
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