DOMAIN: THE CHRONICLES OF LOVE, HATE & SORROW
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09/04/2009Gli indomabili tedeschi Domain sfornano l'ennesimo album della loro carriera dall'altisonante titolo 'The Chronicles Of Love, Hate & Sorrow'. Un concept album le cui liriche, scritte dal nuovo cantante Nicolaj Ruhnow, riassumono in queste dieci tracce il romanzo 'I dolori del giovane Werther' di Wolfang Goethe. Una nuova metal opera, se così possiamo chiamarla, di Power Metal melodico e sinfonico che segna un sempre più marcato distacco dall'Hard Rock che la band proponeva alla fine degli anni ottanta. Dell'epoca sono rimaste le tastiere, che qua e là fanno capolino donando alle potenti schitarrate di Ritt quel flavour in più che di certo non può far male. L'attacco non è dei più confortanti. Come premiamo il tasto play veniamo immediatamente sorpresi, e sottolineo immediatamente, da un furibondo assolo di chitarra che lascia presagire al solito polpettone Power tutto in doppia cassa, assoli ipertecnici e cliché di ogni tipo. Beh, effettivamente è così. Però i Domain giocano il loro asso migliore grazie alla voce di Nicolaj Ruhnow che, grazie ad un timbro caldo e ad una buona estensione, è abile nel confezionare ritornelli melodici ed accattivanti. Il vero problema purtroppo sta nel fatto che oltre a questa manciata di ritornelli di questo disco non rimane granchè. Le tracce scorrono inesorabili tra cavalcate, accenni prog e qualche buona trovata che di tanto in tanto risveglia la nostra attenzione ma, alla fine del tutto, il ricordo va in rapida dissolvenza. A poco servono i piacevoli richiami di "Sweeping Scars" e "The Circle Of Give And Take" di fronte ad un prodotto ben confezionato e prodotto, per carità, ma i cui contenuti risultano super-abusati di questi tempi. Una buona prova per i Domain, ma dopo tutti questi anni di carriera bisogna dimostrare di avere una marcia in più.
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