DEATHLESS LEGACY: Saturnalia
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06/03/2020Reduci dal lavoro di ricerca e di racconto dei misteri occulti che hanno coinvolto, nei secoli passati, il lato arcano di Sacra Romana Chiesa nel precedente album ‘Rituals Of Black Magic’, tradotto anche in un libro che ne fa una guida dei più importanti rituali condotti, i Deathless Legacy tornano alla ribalta mantenendo sempre la loro aura esoterica che li contraddistingue e che, presumibilmente, non cesserà mai di esistere, volgendo però lo sguardo non alla dimensione religiosa di cui si ricopre Roma, ma a quella che ne ha fatto il popolo e la società più temuti del mondo antico: la Roma imperiale. ‘Saturnalia’ vuole cercare di ripercorrere il lato più misterioso che si cela negli episodi più cruenti dell’Impero Romano, coinvolgendo in particolare la figura e il ruolo dello schiavo Lucius, il quale si ritrova baricentro di tutte le più spinose vicissitudini, tra omicidi cruenti e e salvezza eterna. Il tutto sotto una luce piena di esoterismo e di magia, nel perfetto stile Deathless Legacy. Questo lavoro artistico viene completato da un mediometraggio in bianco e nero dove si contempla la storia di Lucius e tutti gli episodi a lui collegati. Rispetto alla discografia sin qui prodotta, ‘Saturnalia’ rappresenta l’eccezione. Ci troviamo di fronte ad un’unica suite di più di 24 minuti, in cui è ben presente il metal tipico dei Deathless Legacy, a cavallo tra symphonic e horror, e dove vengono inseriti in maniera puntuale ed intelligente cori sinfonici e parti molto riflessive e melodiche, in cui si apprezza confermandosi le qualità vocali di Steva, vera e autentica sacerdotessa della Legacy. Con il variare degli ascolti di questa suite, si possono costruire alcune tesi. È ragionevole pensare a ‘Saturnalia’ come l’insieme di varie parti riferite a precisi episodi, testimoniate dall’andamento musicale: una prima parte classicamente metal, a cui fa seguito un cambio di ritmo ed un abbassamento dei toni, per poi tornare ad essere più aggressivi, e con la vena sinfonica sempre presente. In alternativa, si può anche pensare che sia impossibile ascoltare i 24 minuti del brano per singole parti, ma invece bisogna trascorrere dall’inizio alla fine il viaggio che attraversa il mondo dell’antica Roma, come una linea continua che ti spiega il senso di una figura come Lucius. Quest’ultima tesi sembra essere quella più credibile, altrimenti difficilmente si spiega la decisione della band di costruire un lavoro basato su un’unica grande traccia. Musicalmente parlando, oltre alla consueta e magistrale prova di Steva, da segnalare un Alex Van Eden (alias Alessio Lucatti) sugli scudi alle tastiere, destreggiandosi tra sonorità organistiche quasi vintage, e spunti spaziali. Ma sono solo loro ad elevarsi rispetto al resto: c’è una struttura d’insieme davvero convincente, con tutti gli strumenti che giocano un ruolo importante nella costruzione del brano, e che il lavoro di produzione ad opera di Simone Mularoni enfatizza maggiormente. Probabilmente, qualcuno che conosce bene i Deathless Legacy potrebbe preferire ‘Saturnalia’ come un prodotto da svilupparsi come un album classico, una raccolta di tracce che sintetizzano i momenti salienti che offre questo spaccato dell’antica Roma. Invece, credo che si possa testimoniare in maniera intelligente la volontà della band di compiere dei passi nuovi e diversi, confrontandosi con il pubblico accentuando in modo maggiore il loro lato più teatrale, che specialmente dal vivo riescono a costruire sempre in maniera ottimale, e la conferma di tutto ciò è proprio ‘Saturnalia’, che si può tradurre come una piccola ‘opera omnia’ musical-teatrale che senz’altro affascinerà gli appassionati del genere, e non solo.
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