CONFESSOR: UNRAVELED
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15/11/2005Gli statunitensi Confessor esordirono nel 1991 con “Condemned”, un disco che si rivelò unico e altamente innovativo: l’unicità della sua proposta musicale consisteva in un Doom metal cerebrale e progressivo, con frequenti tempi dispari e un cantato incredibilmente acuto e particolare. Nel 1992 il gruppo si imbarcò nel “Gods Of Grind Tour” in compagnia di nomi di punta quali Carcass, Cathedral ed Entombed; al ritorno fu la volta del tour assieme ai Nocturnus, ma nonostante il periodo fortunato, nel 1994 il combo si sciolse. Nel 2002, in occasione della morte del chitarrista Ivan Colon, i Confessor si riunirono per uno show commemorativo: la reunion è diventata poi definitiva, sino ad arrivare alla registrazione del nuovo “Unraveled”. Il disco in questione presenta il classico trademark della band e gli elementi che la resero nota al pubblico metal. I riff sono heavy e rocciosi, la batteria come al solito intricata e protagonista di soluzioni ritmiche molteplici, la voce di Scott Jeffreys più varia e mento tendente all’acuto. Il problema è che, nonostante l’originalità della loro musica, la complessità proposta dai Confessor sembra troppe volte forzata e fine a sé stessa. Il lavoro è omogeneo, il gruppo da sfoggio di una tecnica invidiabile, ma il tutto piuttosto che destare interesse non fa altro che generare sbadigli. C’è sicuramente una gamma di idee ed intenzioni positive all’origine di questo disco, il tutto è però sviluppato in maniera noiosa e nel complesso il platter si rivela piatto e monotono. Se non fosse per l’importanza storica indubbia, i Confessor nel 2005 potrebbero essere relegati nel calderone della nuova ondata di gruppi moderni, nonostante sia necessario riconoscere al gruppo una notevole personalità. In conclusione, una reunion che poteva dare buoni risultati visto l’importanza dell’innovativo esordio, ma che si scopre infruttuosa alla luce dell’uscita di questo “Unraveled”.
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