CARAVANSERAI: Feral
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04/08/2015Di certo a questi Caravanserai non si può dire che non abbiano pazienza: per realizzare 'Feral' ci sono voluti più di due anni, più l'impiego di un'orchestra, di un centinaio di chitarre e la post-produzione di circa duecento voci. Un armamentario imponente se pensiamo che questo gruppo veneto giunge solo ora al suo primo full length, dopo sette anni passati on the road facendo da spalla anche a gruppi come Brunori Sas e The Niro. 'Feral' è un lavoro, come si suol dire, omogeneo nella sua eterogeneità: l'impiego di più soluzioni musicali garantisce una buona dose di varietà nel sound dei Caravanserai, il quale però rimane facilmente identificabile come un incrocio tra Morrissey, R.E.M. e Eddie Vedder, il tutto condito da una fortissima componente acustica e da un'imponente presenza di archi. Tra i brani migliori segnaliamo di sicuro "Memorial Day", l'ottima "Beirut" e il singolo "The Day Is One", tutti pezzi presenti nella parte centrale dell'album. Ed è proprio quel settore del disco ad essere il punto forte della proposta dei Caravanserai, che troppo spesso sembrano lasciare dei lavori a metà (pezzi come "Idi" e "Walkaround" proprio non convincono). Ovvio che da qui a dire che 'Feral" sia un brutto album, ce ne passa.
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