CAGE: HELL DESTROYER
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23/05/2007Quarto disco per questa band americana devota all'heavy metal duro e puro che si ispira fortemente in rigoroso ordine a Judas Priest, Vigin Steele e Manowar, senza disdegnare sortite nel power a stelle e strisce. "Hell Destroyer" è un concept sull'avvento di una forza infernale che inizia il suo dominio sulla terra, ed ha diverse frecce nella faretra. Il problema è che più di una volta manca il bersaglio. Ma andiamo con ordine: il disco è valido, ha una sua personalità, e pur non dicendo nulla di nuovo riesce a dire le cose già dette da mille altri in modo convincente grazie ad un songwriting di buona qualità ed evocativo, conciliando il tema rude e battagliero del concept con con quello sonoro altrettanto risoluto e spontaneo che trova nel singer Sean Peck un eccezionale trasmettitore di pathos, cantore, urlatore degli inferi. Quello che non va, invece, è la lunghezza eccessiva dell'opera, una ossessiva narrazione che assume le sembianze di quanto di peggio ed insistente De Maio e soci ci hanno disgustosamente propinato ultimamente. Due fattori che rendono il disco non facile da digerire tutto d'un fiato, e che minano quanto di buono c'è alla base. Peccato, perché "Hell Destroyer" avrebbe tutte le carte in regola per ben figurare oltre a quanto di buono è stato descritto. Un disco a dir poco dirompente che ha anche i suoi momenti epici, che trova nella title track, nella cavalcata "I Am The King", nell'accoppiata luciferina "From Death To Legend"/Legions Of Demons" i suoi maggiori punti di forza, ma che sa essere anche prolisso e così ostinatamente autoreferenziale. Anche i defender più intransigenti, probabilmente, non lo reggeranno dall'inizo alla fine.
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