BONFIRE: FREE
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05/10/2003I Bonfire non sono più la band incendiaria degli eighties, ed i primi tre dischi restano ancora le vette più alte di una ricca e lunga carriera comunque coronata di successi ottenuti sia in Europa sia in Giappone. Ma nonostante la formazione abbia subito via-via defezioni a go-go con l’uscita di quasi tutti i membri storici (attualmente è rimasto il solo Lessman), oggi si ritrova nel nuovo millennio con immutate motivazioni e fervida voglia di suonare semplicemente rock ‘n’ roll. Quello contenuto in “Free” non ricalca le tracce dei precedenti dischi, seppur si esprima in contenuti identici in fatto di riferimento: non più hard rock grintoso ed in your face con le due chitarre a farla da padrone, ma cromato, meno potente e molto più incentrato sulla melodia tanto da poter fare rientrare questo “nuovo corso” nel filone del melodic rock. Una scelta stilistica quasi intimista che privilegia un sound più leggero che pervade l’intero lavoro, alternato da brani (pochi) in pieno stile Bonfire che ancora sanno essere spregiudicati e potenti senza tanti indugi. Infatti, un brano come “Preachers And Whores” riesce ad iniettare un fuoco nelle vene difficile da domare; “I Would Do Anything For You” ricorda gli Enuff Z’nuff nel chorus e sottintende uno humor sbarazzino ma mesto. Ma per questi che sono episodi isolati, il disco lascia lungo spazio agli slow-tempo(“What About Love”, la mia preferita), alle chitarre acustiche (due buone ballad come l’elettroacustica title track e la conclusiva “Friends), e ad una song in dedica, “September On My Mind”, esplicito ricordo della tragedia delle Twin Towers, aspra ma scontata(soprattutto il testo). Imperdonabile, infine, “Rock ‘N’ Roll”, che sembra una b-sides di “Destination Anywhere”, disco solista di Bon Jovi, e che mi fa apporre la fine a questa recensione con la consapevolezza di aver ascoltato un buon disco ma senza alcuna pretesa.
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