BLOODY MARY: Anno Zero
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01/09/2014Il Terzo disco per una band è solitamente quello della maturità, oltre che coincidere casualmente col decennale della band milanese. Una copertina che raffigura un paesaggio post-apocalittico non rappresenta le molteplici influenze musicali a cui la band si ispira, una sorta di goth rock melodico che vede nei Dope Stars Inc i più conosciuti esponenti dello stivale; richiami ai Sisters Of Mercy post-scissione, quelli con in formazione di Patricia Morrison, "Crawling" e "Concrete Jungle" si muovono tra i riff d'acciaio e le diavolerie elettroniche degli Oomph e dei Farmer Boys; "So Far Away" rimanda a Heros Del Silencio/Him/H Blocks, "Chase The Nowhere" e "Judith" odorano di ruffianerie dark alla The 69 Eyes, mentre "Did You Let Me Down" ci mette mezzo spin per catturarvi, entrare nel cervello e conficcarsi irrimediabilmente. La forza del disco sta nelle trovate catchy cariche di groove che talvolta sfociano in qualche pacchianeria - "I Keep Pretending" - ma il tutto è connaturato al love metal col quale il lavoro ha più di qualche punto di collisione. Nonostante i riferimenti musicali siano evidenti, la personalità della band sta nel donargli quel tocco che non li fa mai scadere nel manierismo fine a sè stesso, e se vi ritrovate a canticchiare almeno tre brani del disco a vostra insaputa allora vuol dire: mission accomplished.
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