BLOOD THIRSTY DEMONS: LET THE WAR BEGIN
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29/01/2006Animati dalle peggiori intenzioni, i demoni assetati di sangue risorgono dalle loro tombe: reduci da una militanza underground che risale al 1997 e costellata di demotapes ben accolte all'estero e in patria tra i fan del dark metal sound più sincero ed arcigno e da una fresca autoproduzione che non ha purtroppo suscitato alcun clamore, i nostri approdano finalmente al contratto discografico con la My Graveyard Productions, realizzando questo loro primo prodotto degnamente supportato a titolo "Let The War Begin". Come penso sia abbastanza chiaro da monicker, copertina e titoli, i Blood Thirsty Demons sono una band devota in tutto e per tutto a quella misconosciuta frangia dell'heavy metal per così dire "darkeggiante", con saldissime radici nel marciume funebre del binomio Black Sabbath / Black Widow, rappresentata nell'immaginario collettivo da due bands teatrali ed indimenticabili che negli eighties sputavano satanico fuoco su platee terrorizzate e rapite: Mercyful Fate e Death SS. Con i primi praticamente fermi (e King Diamond ormai impegnato nella sua inconfondibile teatralità) e i secondi dediti a blasfeme contaminazioni elettroniche, effettivamente la nicchia del dark heavy metal più semplice e genuino è vacante, e i Blood Thirsty Demons sembrano voler occupare quel loculo puzzolente e pieno di ragnatele a tutti i costi. C'è da dire però che il progetto del trio poteva essere meglio realizzato: innanzitutto la produzione del disco penalizza tantissimo la formula dei nostri, con chitarre scandalosamente "leggere" e un drumming reso piatto e fastidioso da un sound privo di qualsiasi spessore. Ottima peraltro la prestazione di Cristian Mustaine alla voce, degno emulo dello Steve Sylvester dei tempi che furono: sofferto e teatrale, si adatta a meraviglia alle immediati e per così dire catchy linee vocali di brani/inno quali "Let The War Begin", "Blood Thirsty Demons" o "This Is My Death". Ottimi i frangenti più seventies del lotto, ben rappresentati dai funebri arpeggi di "I Am The Evil" o "Lucifer's Fall", così come dalle lugubri atmosfere doomish di "Black Solitude"... niente di nuovo sotto il sole (o, per meglio dire, la luna), ma sempre un piacere per orecchie assetate di vera dark music (e non di roba ballabile o elettronica, sia chiaro). Il genere è questo, signori miei, quell'heavy metal dal rifferama sabbathiano e spietato, sperimentalismi o trovate teatrali di sorta: non fatevi troppe domande, questi ragazzi suonano per passione e con passione, e se è altro che cercate in questa musica passate pure oltre.
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