BHLEG: Solarmegin
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19/01/2018Secondo lavoro in studio per il duo svedese Bhleg, progetto musicale black metal vicino alle connotazioni più cupe degli Ulver; passaggi acustici e poi la più classica e fredda nera fiamma. Un disco che respira e lascia intravedere una natura poetica, tra venti che soffiano incessanti ed un luogo in cui potersi sentire davvero a casa, in cui trovare conforto. I brani non presentano particolari picchi di tecnica, ma la ritmica crescente e la grande espressività della voce colpiscono dritto al cuore l’ascoltatore. Doppio album per una band che anche in questo senso fa una scelta certamente coraggiosa, controcorrente, perché non sfrutta questa mole di lavoro per due album, ma coerentemente con il progetto e le tematiche trattate fa semplicemente ciò che artisticamente reputa più opportuno. I pezzi presentano in più punti diversi cambi di tempo e svolte che riescono a tenere alta l’attenzione. Non è certo la sperimentazione o la contaminazione ciò che gli Bhleg vanno cercando, ma una passione che arriva da lontano, da una old school che si rifà a costumi pagani e folk. Le tradizioni vengono raccontate attraverso i profumi della natura, espressioni di una corteccia illuminata dal chiarore di un fuoco che ci difende. Ci vuole un certo impegno ad assimilare un disco di tal portata; sicuramente chi non ama certi suoni o comunque va alla ricerca di avanguardismi qui non troverà soddisfazione. Con questo non vogliamo affatto sminuire l’intento di due artisti che riescono a fare buona musica, utilizzando semplici suite acustiche e sublimandoli in momenti di intensa riflessività. Emozionandoci, arriviamo alla fine di un full-length in cui abbiamo camminato, addentrandoci in una folta boscaglia riassaporando il piacere di un’austerità che in realtà pulsa di vitalità. Il suono del vento tra le foglie, la montagna che dall’alto ci trasmette sicurezza, il canto della foresta che continua a vivere e a raccontarci di storie passate. Tra i rami intravediamo lo sguardo curioso della speranza, pagano rifolo di vento che ci desta e accarezza l’anima. Troverete molto di quel minimalismo degli Ulver di Bergtatt - Et Eeventyr i 5 Capitler, una genuinità che premiamo seppur aspettandoci qualche spunto personale in più. Bravi davvero.
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