BAPTISM: V: The Devil's Fire
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16/08/2016Il nuovo dei Baptism apre scenari interessanti, anche riguardo la posizione che la Season Of Mist sta assumendo sul mercato. Se sei un gruppo valido, che viene dall'Underground, quello con la U maiuscola e sei pronto ad uscirne a gamba tesa, stai tranquillo che sarà proprio l'etichetta francese quella che ti troverai davanti per prima. Dopo un'intera discografia sotto contratto con la Northern Heritage dell'istituzione black finlandese Mikko Aspa (Clandestine Blaze), arriva la resa dei conti per Lord Sarcofagian. 'V: The Devil's Fire' lo abbiamo ascoltato tanto, perchè capire se il nuovo lavoro fosse positivo non era di per sè complicato. Il punto invece era constatare più approfonditamente se l'essenza di una delle band simbolo della scena finnica non si fosse scalfita sotto il peso dalla pressione per il nuovo corso. Della grande famiglia che comprende, tra gli altri, Horna, Behexen, Satanic Warmaster, Sargeist e da poco anche i redivivi Warloghe, i Baptism sono i primi a firmare un contratto importante. La band lo sapeva e ha fatto quello che doveva fare. La produzione pulita, ma non troppo, un riffing più melodico e qualche altra novità, tutto sommato non ci hanno né scandalizzato, né fatto storcere il naso. Le clean vocals di “Satananda” e soprattutto di "The Sacrament Of Blood and Ash" (il brano che più di tutti si discosta pesantemente dal passato), restano confinate in questi due brani, così come le tastiere, mai così protagoniste come in questo disco e quasi sinfoniche nella conclusiva “Buried With Him”. Se vogliamo essere cattivi, questi elementi potrebbero bastare a mettere in dubbio questo disco. Per noi invece l'esame è superato e anche bene. Non un capolavoro, non un tradimento. Solo un altro bel disco dei Baptism.
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