AUSLANDER: Auslander
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12/03/2011Che fosse un progetto ambizioso quello dei perugini lo si vede fin dal layout di copertina molto curato, e dall'intuizione di convertire in elettro-rock quel "Roadhouse Blues" dei Doors, capostipite della psichedelia settantiana. Tocchi eleganti di synth e sampler, doppia voce (maschile/femminile), ma anche innesti reggae che si amalgamano perfettamente con le parti house e proto metal, qualche sprazzo di Prodigy e Subsonica ("Under My Will"), permettono al disco di virare il tiro ed evitare la stagnazione. Supportato da una produzione al passo con i tempi, non ci metterà molto ad entrarvi in testa, e con poche ombre di dubbio asserisco che ogni brano è un potenziale singolo da classifica. L'unico appunto che mi sento di muovere è relativo alla voce della cantante, non molto graffiante in alcuni frangenti delle prime tracce, ma fortunatamente la prestazione cresce con l'andare del disco (come se avesse bisogno di scaldarla). E se avessero evitato di rifarsi agli Evanescence come in "Zephir", sarebbe stato l'optimum. Punta di diamante del lavoro è "What About Us" dove la voce ruggente del singer cavalca un groove molto coinvolgente, questo mentre le chitarre graffiano, le ritmiche si fanno house, ma dove sopratutto emerge tanta allegria, voglia di divertirsi e di far muovere i muscoli, virtù che trasuda da questa produzione che ha persino un piglio cinematografico, ideale per pellicole ad alto contenuto adrenalinico.
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