ANAAL NATHRAKH: Endarkenment
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06/10/2020Dubito che il duo di Birmingham abbia bisogno di presentazioni, dunque ve le risparmieremo. In quest'annata infame, non certo per le release metal, un nuovo album degli Anaal Nathrakh è una notizia che alza il morale. Già dall'attacco gli AN mostrano le loro intenzioni: l'epicità dei ritornelli con voce clean, i massacranti blast beat che reggono i riff a metà strada tra black e death, con elementi di elettronica. La batteria a mitragliatrice di “Thus, Always, to Tyrants”, con i suoi riff pesantissimi e l'assolo folle e dissonante. Pura devastazione, ma anche puro godimento. Bello il groove di “Libidinous (A Pig with Cocks in his Eyes)” – nonché il delicatissimo titolo – con le sue linee vocali pulite e l'inaspettata delicatezza delle melodie. I riff di Irrumator riescono a essere tanto massacranti quanto delicati e melodici, come nella bella “Feeding The Death Machine” e soprattutto la conclusiva “Requiem”, forse il momento più melodico del disco, a tratti sinfonico e un gusto quasi power metal nelle melodie di chitarra. A livello di sound non si registrano grandi novità, a parte i pezzi citati (gusto personale: "Libidinous" e "Requiem", alla quale aggiungo le melodie di “Singularity” e l'inno ultraviolento “Create Art, Though the World May Perish”) 'Endarkment' non aggiunge nulla di nuovo a quanto detto fino a questo momento dagli AN e pur potendolo, a buona ragione, considerare tra le migliori uscite metal di quest'anno disgraziato, sicuramente non lo annoveremo tra le migliori uscite degli AN. Concludo citando direttamente la band: Create Art, Though the World May Perish.
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