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GODS OF AOR ITALY

[EDGE OF FOREVER] Dopo aver preso atto della defezione degli Hungryheart, esclusisi per propria scelta a causa di alcune divergenze nate con l'organizzazione dell'evento, l'atmosfera che ci si appresta ad assaporare per questo Gods Of AOR italiano è quella di un evento finalmente dedicato agli amanti delle sonorità hard-rock intrise di sontuose melodie, onorato ed omaggiato al meglio dal talento di tre grandi formazioni della nostra penisola. Il compito di scaldare il cuore e gli animi degli accorsi per l'occasione tocca quindi agli Edge Of Forever, quartetto in grado di ritagliarsi negli anni un sempre maggiore seguito all'interno della cerchia degli amanti delle sonorità rock con gli attributi, ed in questo caso vogliosi di respirare nuovamente l'aria del palco dopo i mesi passati in studio a suggello dell'oramai imminente nuovo lavoro in studio. Inutile dire che la prova della formazione nostrana si è rivelata ancora una volta incisiva e convincente in tutti i suoi frangenti, regalando una notevole dose di coinvolgimento anche grazie alla scelta di proporre alcuni estratti del già citato nuovo lavoro in studio, con tanto di citazione per la epica e magniloquente "Distant Voices", eseguita in maniera del tutto lucente da una band esplosivamente rodata da anni di vita on the road. Le sinuose parti vocali di Alessandro Del Vecchio, il suo classicheggiante tocco alle tastiere, l'incisivo guitar-working di Walter Caliaro e il pulsante cuore ritmico fornito da due veri e propri cavalli di razza come Nik Mazzucconi e Francesco Jovino: ecco in sintesi il sunto della performance on-stage degli Edge Of Forever, un nome che davvero poco ha da invidiare ai più accreditati concorrenti stranieri delle proprie sonorità. [BRUNOROCK] L'annuncio del sodalizio artistico tra l'artista altoatesino Brunorock e gli Edge Of Forever aveva destato non poco interesse all'interno della comunità al seguito delle sonorità hard-rock del nostro paese, vuoi per il noto carisma emanato dal singer trentino nelle sue apparizioni live, vuoi per la curiosità di gustare il potente approccio della line-up tricolore nell'incedere catchy delle composizioni a firma Brunorock, songs fino ad ora eseguite dalla storica formazione teutonica sin qui presente alle proprie spalle. Il risultato, diciamolo, è stato semplicemente sensazionale, regalando una serata incredibilmente accattivante caratterizzata da un innato e quasi naturale feeling tra le due distinte realtà artistiche, fusesi con quella disinvoltura degna solo dei grandi performers figli del vero rock con gli attributi, e qui riesumato in tutte le sue migliori caratteristiche da un concerto breve ma assolutamente appagante. "It's All Been Done 4 Me", "Two Hearts One Weapon" e l'italianissima "La Fonte Dei Sogni" sono solo alcune delle perle stupendamente sciorinate nel corso di un'esibizione di marcato livello qualitativo, la quale inaugura nel migliore dei modi quello che ci auguriamo possa rivelarsi un lungo e proficuo sodalizio artistico, qui battezzato nel migliore dei modi grazie all'ardente fiamma del puro hard-rock melodico. Davvero grandi, in tutto e per tutto. [MYLAND] Anche in casa Myland si respirava aria di grande curiosità, un'attesa cresciuta nelle settimane antecedenti all'evento in questione grazie all'assoldamento del noto singer Franco Campanella (già con gli Alto Voltaggio) in sostituzione del membro fondatore Guido Priori, impossibilitato per motivi personali ad esibirsi dal vivo in compagnia dei propri compagni d'avventura in studio. Personalmente mai avrei creduto di vedermi appagato e convinto dalla prova vocale di Mr. Campanella, un vocalist di indubbio talento che ritenevo però lontano dallo stile pulito e AOReggiante richiesto dalle composizioni a firma Myland, convizione destinata ad infrangersi come acqua sulla roccia dopo un'uscita live semplicemente inattesa: la prova dietro al microfono del singer tricolore, calatosi con camaleontica bravura in vesti canore maggiormente nitide e figlie del rock melodico per eccellenza, ha infatti dato ragione alla scelta operata da Paolo Morbini e soci, perfettamente trascinati da un mattatore di appurata qualità esecutiva. Il resto è stato affidato al preciso e puntuale drumming del già citato Morbini ed alla discreta amalgama alla base di una band in grado di offrire uno spettacolo piacevole dalla prima all'ultima nota, impreziosito al meglio dalla presentazione della nuovissima song "Human Drama", registrata in qualità di bonus track per la distribuzione del cd 'No Man's Land' sul mercato nipponico. Un ottimo finale per una serata riuscita, in cui a vincere è stato senza dubbio l'appurato valore musicale di tre formazioni italianissime e dalle radicate potenzialità.

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