PAPA ROACH
Grande concerto per i Papa Roach al Rainbow di Milano, la band capitanata da Jacoby Shaddix offre il meglio di sè in una serata di ottima forma. Si apre subito con "I Want To Be Loved", il primo singolo del nuovo album seguito da "Alive" seconda traccia di "Paramour Session" giusto per scaldare subito la folla. Passando attraverso pezzi come "Getting Away With Murder" e "Born With Nothing Die With Everything" si ripercorrono le tappe del passato dei Papa Roach vivendo l'evoluzione e la maturazione della band, che ha ormai abbandonato il cantato rap e riscoperto sonorità e riff tipici dell'hard rock primi anni '90, come testimoniano canzoni come "Reckless" e "I Devise My Own Demise". La voce di Shaddix si conferma potente e aggressiva, addirittura più calda nelle tonalità più basse, altro indizio della maturazione sua e del gruppo che regala pezzi suggestivi come "Forever" e "Time Is Running Out", quest'ultima, che sembra scritta apposta per essere cantata insieme al pubblico in un concerto allo stadio. Incalzanti come al solito il ritmo viene alimentato da must del primo album come "Between Angels And Insect", "Blood Brothers" e "Dead Cell" successi che hanno fatto conoscere al grande pubblico i primi istintivi Papa Roach...senza dimenticare "Broken Home" singolo rappresentativo della rabbia della band. Molto richiesta dai fans "Last Resort", canzone che per prima ha accompagnato Shaddix e compagni, forse l'unico passaggio del concerto nel quale si è potuto otare una certa freddezza del gruppo, probabilmente stufo di eseguirla o anche scontento che questa traccia li identifichi ancora dopo tre dischi e cinque anni di continuo rinnovamento di riff, sonorità e linee vocali. Sicuramente l'evoluzione dello stile dei Papa Roach, oggi, è molto distante dal rap rock di "Infest" ma è ovvio che nella mente degli appassionati il primo album esterà sempre un icona, non fosse altro per la dirompenza col quale ha proposto alla ribalta il gruppo. Ad ogni modo, è evidente come "The Paramour Session", rappresenti, complessivamente, la migliore produzione targata Papa Roach per quanto riguarda la qualità tecnica (con Horton alla chitarra e Esperance al basso, particolarmente ispirati), varietà sonora e linee vocali, sempre incalzante il ritmo della batteria di Buckner, davvero perfetto per il genere. Consiglio l'acquisto dell'album a tutti gli amanti del new metal e hai nostalgici dell'hard rock anni '90, non rimarranno davvero delusi! Mentre per quanti non sono venuti al concerto, ricordo che i Papa Roach, saranno nuovamente a Milano a Febbraio 2007, assolutamente un'occasione da non perdere, anche in considerazione del fatto che forse stiamo vivendo l'apice compositivo della band. Arrivederci a Febbraio allora!
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