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WITCHES OF DOOM

Tra numerosi cambi di line-up i capitolini Witches of Doom sono riusciti a pubblicare anche il loro terzo album, 'Funeral Radio'. Un'amalgama di sonorità oscure e decadenti che fanno della band la vena creativa caratteristica. Questo nuovo album è il naturale prosieguo del precedente 'Deadlights' uscito nel 2016, a tal proposito ecco cosa ci ha raccontato il chitarrista Federico Venditti.

Il 3 aprile è uscito 'Funeral Radio' per My Kingdom Music, il vostro terzo album. Siete soddisfatti del risultato? Com'è andata la lavorazione? Ciao e grazie per averci ospitato. Il lavoro e' stato lungo e faticoso, ma non per quanto riguarda la composizione dei brani, cosa che abbiamo sempre fatto senza sforzo, ma per i continui cambi di line up nel corso degli ultimi anni. Ora abbiamo una formazione stabile e speriamo di continuare cosi. Per tornare alla tua domanda si, siamo molto soddisfatti del risultato finale. 'Funeral Radio' è un'ulteriore sfaccettatura del nostro sound pur proseguendo il discorso dei primi due dischi.

La premiere dell'album in anteprima streaming su YouTube è andata bene, no?. Quanto è importante a livello di promozione attuare iniziative come questa? Molto bene direi, c'era un bel po' di persone che non conoscevamo ad ascoltarlo, piu' i soliti amici che ci seguono da sempre. Credo sia stata una bella idea nata dal fatto che con l'emergenza Covid 19 siamo confinati dentro casa, ma che in futuro potremmo ripetere.

Il mio brano preferito è il primo, "Master of Depression". L'ho trovato molto articolato a livello strumentale, in perfetto equilibrio con il cantato. Un brano che direi apre il dovuto scenario ai successivi pezzi che compongono l'intero album...Ti ringrazio. Si, credo sia un bel pezzo con ottime melodie vocali e belle trame strumentali. Abbiamo sempre cercato la forma canzone ed andare dritti al punto senza troppi fronzoli. Comunque "Master..." è un pezzo che dà un'idea del resto del disco, anche se con noi le sorprese non finiscono mai e ogni canzone ha una sua personalità unica e riconoscibile.

I riferimenti stilistici dei Witches of Doom sono il doom, il gothic, lo stoner. In che modo si è evoluta questa "decadente" scena musicale in Italia? E all'estero? Dopo tre album come riuscite a rinnovarvi non cadendo nello scontato del filone musicale? Avremmo potuto suonare come l'ennisima copia sbiadita dei Black Sabbath o dei Saint Vitus, ma alla fine avremmo raccolto nell'immediato e poi sarebbe scattata la noia negli ascoltatori. Noi abbiamo sin dal primo album cercato una strada piu' difficile, nel senso che abbiamo mischiato stoner goth doom e grunge in modo di cercare di avere un nostro sound. Addirittura nel disco precedente avevamo toccato l'industrial e l'elettronica, ma credo che siamo sempre abbastanza riconoscibili. Sicuramente qualcuno con i paraocchi non apprezzerà la nostra proposta sonora, ma alla fine noi scriviamo pezzi che piacciono prima di tutto a noi e poi agli altri.

La vostra line-up è un intreccio di gusti e generi musicali divisi su diversi fronti. Qual è il denominatore comune? Il denominatore comune siamo io e Danilo, membri fondadotori del gruppo. Purtroppo negli anni sono cambiati tanti elementi nella band, ma noi due siamo sempre rimasti nel gruppo sviluppando una ricerca sonora che, come dicevo prima, spazia dai Metallica ai Paradise Lost per passare ai Moonspell Type o Negative Rob Zombie Danzig e molti altri. Chi ha ascoltato 'Funeral Radi'o avrà sicuramente colto tanti elementi e citazioni di vecchi album. Ma lasciamo che siano gli ascoltatori a scoprirli...

 

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