KRYSANTEMIA
Abbiamo incontrato Lucio Secchi, batterista e una delle menti dei Krysantemia, thrash/death metal band che molto bene ha fatto nel nuovo 'Finis Dierum', e che sta ottenendo la dovutà visibilità grazie ad una crescita artistica costante.
I Krysantemia sono un nome che circola da ormai diversi anni nella scena metal tricolore, nonostante ciò potrei dire di aver iniziato a sentire parlare “seriamente” di voi solo da 'Finis Dierum'. Avete anche voi questa idea? Se sì, cosa pensate abbia portato a questo passo in avanti del progetto? Intanto un saluto da parte di tutti i componenti dei Krysantemia! Effettivamente sì, abbiamo notato una bella crescita a livello di interesse nella nostra band, sicuramente legato alla stretta collaborazione con la K2Music Management, Memorial Record e New Sin Studio con i quali abbiamo davvero lavorato duro!
A proposito, per chi ancora non vi conoscesse, potreste dirci quali sono stati – dal vostro punto di vista – i punti importanti del vostro percorso artistico dall’esordio a oggi? Sicuramente avere tirato fuori il nostro immaturissimo 'This is Resurrection', l’uscita di 'Lay Down Forever' che se pur non avendo riscosso buone risposte dalla critica le ha ottenute ottime in live nei nostri primi tre tour. E naturalmente tutto il lavoro per la produzione e promozione di 'Finis Dierum'.
Arriviamo a parlare di 'Finis Dierum'. Quando avete iniziato a pensare e comporre questo disco? Quali erano gli spunti iniziali sui quali iniziaste a lavorare? La maggior parte dei pezzi è stata scritta da Alex nel giro di pochi mesi l’anno scorso, mesi in cui i pezzi sono stati capovolti, rigirati, stravolti in maniacali lavori di pre-produzione, altri (che hanno comunque ricevuto lo stesso trattamento) erano in cantiere almeno dal 2012, cose scritte da me e Ale. In totale vi posso dire che abbiamo scartato 4 brani. L’idea del concept è partita dal nostro primo tour “Dats To Apocalypse”.
Il vostro sound è un misto di thrash metal, death con una buona dose di grooove. Elementi che forse nelle passate release non eravate riusciti a integrare nel vostro DNA in maniera così spontanea. Come è stato lavorare sul songwriting di 'Finis Dierum' e come si è arrivati a questo sound? Il modo di lavorare sui pezzi è rimasto praticamente lo stesso, ci siamo intestarditi a non finire sugli arrangiamenti in realtà, se avessimo avuto una certa maturità in passato sotto questo aspetto anche i nostri vecchi pezzi avrebbero reso sicuramente di più. Volevamo comunque arrivare a una svolta nel nostro sound, abbiamo deciso di imbracciare delle sette corde, curare le ritmiche fino alla minima virgola e mettere del pulito nei cori in modo che il cantato non fosse solo dello scream… Siamo molto soddisfatti del risultato!
La vostra “apertura” stilistica vi pone però dal punto di vista live a dovervi confrontare spesso e volentieri con realtà estreme che forse non sono totalmente in target con il vostro stile, vedi il recente tour con Marduk e Belphegor. Come vi siete spiegati tutto ciò? E come ci si pone dinnanzi a un pubblico tendenzialmente poco in target con voi? Ti dirò che in realtà abbiamo sempre ottenuto una buona risposta dal pubblico e ti confesso anche che non ce lo aspettavamo. Ci siamo aggregati al tour perché era il periodo perfetto per andare in giro, praticamente in concomitanza con la data d’uscita del disco. Abbiamo azzardato un po’ ma è andata bene e ne è valsa la pena.
“Finis Dierum” è un album dal forte impatto, heavy, massiccio. Merito anche del buon lavoro svolto sulla produzione dei suoni. A chi è stato affidato questo compito? Il produttore è Luigi Stefanini del New Sin Studio, gran persona e gran talento, ha davvero dato una marcia in più!
Testi e performance vocale credo viaggino di pari passo in fatto di intensità. Se non erro il disco è stato concepito sottoforma di concept, volete descriverci su che tema è incentrato il tutto? Il tema principale è la fine del mondo, ed è questo il concetto che è stato elaborato. Ne abbiamo voluto parlare in tutte le sue sfaccettature, dalla predica fantasiosa di fanatici a quella descritta in varie religioni, al fatto che da un ateo punto di vista ogni volta che qualcuno muore anche tutto il resto cessa di esistere insieme alla sua vita.
Vocalmente come è stato porsi in un contesto sonoro così claustrofobico? E’ stato differenziato il metodo di interpretazione rispetto al precedente capitolo discografico? Anche questo è stato un azzardo che abbiamo voluto compiere e ha dato dei bei risultati come speravamo, come accennavo prima è stato uno dei punti su cui ci siamo voluti evolvere.
L’artwork è forse la cosa più old school dell’intero lavoro. Cosa vi ha spinto a scegliere una simile immagine da legare al disco stesso? Ci piaceva l’idea del rappresentare una delle apocalissi fantasiose che ci prende di più, la “zombie apocalypse”, tema della canzone “Incarnation”.
Per la pubblicazione del disco siete arrivati a un accordo con Memorial Records. Come vi siete trovati e come vi state trovando con questa etichetta discografica? Con Memorial ci troviamo molto bene, sanno il fatto loro!
Guardandovi attorno, quali band sentite più affini alla vostra proposta? Il nostro attuale sogno è quello di fare da spalla agli At The Gates o Kreator.
Recentemente avete pubblicato un nuovo videoclip. Volete raccontarci cosa vi ha spinto a scegliere quel brano e quale concept sta dietro al clip? Principalmente perché è la titletrack, uno tra i pezzi con i ritmi più serrati. Durante il video ci sono spezzoni di immagini dei più grandi cataclismi, incidenti e guerre avvenute negli ultimi tempi, quel senso di inevitabilità che subisce chi si trova in quelle situazioni penso sia comparabile o rimandi ad un senso di fine dei tempi.
A proposito del tour con Marduk e Belphegor, cosa vi ha colpito a livello umano e artistico di queste due band? I Marduk sono grandi professionisti, è il loro lavoro e la loro vita, persone tranquillissime. Per quanto riguarda i Belphegor forse non li abbiamo beccati nel periodo giusto, avevano da discutere fra loro e non ci siamo voluti intromettere, non ci sembrava il caso.
Cosa ci dobbiamo attendere dai Krysantemia dall’estate in poi? Abbiamo un bel po’ di carne al fuoco, dobbiamo tornare in giro per delle date, la promozione non è finita, infatti pubblicheremo il video di un nuovo singolo e stiamo trattando per girarne un terzo. Ad ogni modo è più forte di noi… Abbiamo anche già nuovo materiale ma per quello staremo a vedere, è un po’ troppo presto ancora. Per ogni info pubblicheremo le novità volta per volta sui nostri canali Social e su Krysantemia.com. Seguiteci! E ancora un saluto a tutti!
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