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HUMAN IMPROVEMENT PROCESS

La scena metal italiana negli ultimi anni ha trovato volti nuovi sui quali scommettere per un futuro radioso. Quello degli Human Improvement Process ad esempio, che in 'Deafening Dissonant Millennium' hanno mostrato doti tecniche e idee ben al di sopra della media. Abbiamo incontrato due di loro, il bassista Marcello e il chitarrista Fabio. 'Deafening Dissonant Millennium' è un disco nato in Italia ma che di Italia ha ben poco. Il suono è moderno e ricco di particolari, così come la stessa struttura generale, qualcosa di molto americano a dirla tutta. Come siete riusciti a dare connotati stilistici così marcati al tutto senza farvi influenzare da ciò che sentiamo per la maggiore nel nostro Paese? Marcello: Innanzitutto ti ringrazio per i complimenti! Penso che il risultato che abbiamo ottenuto a livello di sound sia la diretta conseguenza di ciò che abbiamo principalmente ascoltato nel corso degli anni. Inutile dire che le nostre influenze musicali sono quasi tutte estere, in Italia ci ha catturato ben poco durante la nostra formazione. Fabio: Complimenti davvero ben accetti! Mi accodo a Marcello nel dire che nessuno di noi ha mai ascoltato metal italiano antecedente al 2005 (salvo rarissime eccezioni), è quindi naturale non ritrovarne traccia nel nostro sound. Un dato di fatto è che sostanzialmente una volta tanto ci troviamo di fronte a un prodotto made in Italy ben visto e recensito anche al di fuori dei confini. A tal riguardo quali Paesi a vostro avviso si sono rivelati più inclini alla Vostra proposta e quali – invece – sembra non abbiano capito il vostro mood? Marcello: Mediamente ogni Paese in cui siamo stati recensiti ha espresso giudizi per lo più positivi sulla nostra musica... Per ora solamente la Germania pare non essere troppo entusiasta ma, allo stesso tempo, anche da qui ci sono arrivati talvolta buoni commenti. In un periodo in cui le nuove generazioni tendono a impoverire il sound con soluzioni basic voi al contrario avete riempito all’inverosimile di soluzioni iper virtuose il tutto. Cosa vi ha spinto ad andare così oltre e soprattutto quanto tempo è servito a comporre il disco? Marcello: Non penso sinceramente che siamo andati così oltre, tecnicamente parlando. Abbiamo scritto e registrato canzoni che, prima di tutto, piacevano a noi. Penso che questo sia il primo passo per rendere convincente un disco, ossia apprezzare la propria musica e credere in essa. La composizione vera e propria ha portato via più di un anno, abbiamo voluto curare tutto nei minimi dettagli. Fabio: Sicuramente la voglia di dire la nostra nel modo più personale possibile. Io non sopporto le canzoni composte in “0 0 0 0 0”, le trovo noiose e totalmente sterili, e sinceramente non riesco a distinguere nemmeno un gruppo dall’altro. Il brano a vostro avviso più complesso di 'Deafening Dissonant Millennium'? Marcello: In termini tecnici e compositivi, penso che il brano più complesso del disco sia "The Deepest Oblivion". Fabio: Il più duro, chitarristicamente parlando, è "Our Last Pieces Of Sanity", ma è anche il più divertente da suonare. Il vostro prodotto è curato nei minimi dettagli, dal sound al packaging tutto è perfettamente al suo posto. Quanto paga oggigiorno la cura dei dettagli a vostro avviso? Marcello: Visto che la concorrenza è spietata oggigiorno è importante farsi distinguere, oltre che per la musica, anche per la cura rivolta ai dettagli. Abbiamo appunto voluto una copertina in grado di attirare l'attenzione al primo sguardo: spesso è già sufficientemente un buon modo per far approcciare l'ascoltatore a un disco. Fabio: Io stesso, diverse volte, ho comprato un album dopo essere stato catturato dal packaging, quindi perché non riproporre la stessa cosa? La cosa sorprendente del vostro disco è la qualità dei suoni nonostante i continui stravolgimenti nel sound. Come vi siete mossi una volta pronti i pezzi e quali imput avete dato al produttore per ottenere questo risultato finale? Marcello: Ti ringrazio! Il lavoro dietro al sound finale del disco è stato abbastanza breve, in verità: abbiamo dato a Matteo qualche coordinata entro cui muoversi e ci ha stupiti con una produzione davvero vigorosa e potente. Per raggiungere il sound finale vero e proprio abbiamo poi lavorato a distanza: una volta che un master abbastanza convincente era pronto noi lo ascoltavamo e davamo un parere riguardo a cosa andasse cambiato o migliorato. Descrivete brevemente a modo vostro i brani contenuti nel disco: Deafening Dissonant Millennium: Marcello/Fabio: veloce, potente. Erase: Marcello/Fabio: contorta e particolare. Empty Eyes: Marcello/Fabio: potente e malinconica. Our Last Pieces Of Sanity: Marcello/Fabio: groovy, tecnica e feroce. Artificial Saviour: Marcello/Fabio: immediata. Materioscura: Marcello/Fabio: onirica. Architecture Of A Dying Sun: Marcello/Fabio: la formula più vicina ai vecchi Human Improvement Process. The Process: Marcello/Fabio: feroce. Ethereal: Marcello/Fabio: intricata e diretta. The Deepest Oblivion: Marcello/Fabio: tecnica, potente, disperata. Rispetto al precedente EP siete a mio modo di vedere cambiati parecchio. Quanto ha influenzato la vostra crescita l’avere a che fare con una line-up rinnovata? Marcello: La crescita musicale è avvenuta prima di completare la nuova line-up. Penso che tale processo sia iniziato appena è uscito il nostro secondo EP (fine 2011). Sta ora avvenendo un ulteriore cambiamento nel modo di concepire la nostra musica, e ora sì che i due nuovi componenti del gruppo stanno dicendo la loro. I vari intermezzi “melodici” hanno dato ampio respiro ai brani. Chi è l’anima melodica degli Human Improvement Process e chi invece è il più estremo all’interno della band? Marcello: Tutti coloro che hanno partecipato alla scrittura del disco hanno una duplice anima: melodica ed estrema, appunto. Nella nuova line-up penso di essere io quello più estremo a livello di ascolti e proposte, ma non per questo meno melodico del solito. Fabio: A mio avviso la melodia, anche oscura e malata, in un pezzo estremo è indispensabile per dare respiro e valorizzare le parti “tirate” e più cattive all’interno del brano. Le ritmiche sono sicuramente un bel colpo per chi ascolta. Come siete soliti muovervi in tal senso? Lavorate dapprima sulla batteria col basso al seguito o in che altro modo? Marcello: A dire la verità io scrivo i pezzi in casa con la chitarra e poi tutto il resto viene plasmato sul riff. Non mi dispiacerebbe in futuro, però, lavorare direttamente sui brani nuovi in saletta tutti insieme. Fabio: Comporre direttamente in saletta sarebbe fantastico, ma purtroppo i tempi si dilungherebbero oltre ogni accettabilità. Rispetto a molte band nonostante il genere proposto siete molto attenti all’immagine e a tutto ciò che vi riguarda. Quanto tempo vi porta via il progetto Human Improvement Process e quanto è importante oggigiorno essere visibili in Rete nel vostro caso? Marcello: Se includi anche la composizione, porta via parecchio tempo, ma è una passione prima di tutto, quindi è tempo che fa piacere dedicare al progetto. Per band emergenti come la nostra è fondamentale essere visibili in Rete: Internet è ormai la vetrina principale in ambito musicale e non solo. Fabio: Io nella vita “reale” sono Web Developer e grafico, quindi mi occupo in prima persona della nostra immagine sulla Rete e sul cartaceo. Inutile dire che è importantissimo essere visibili! L’idea che si fa di voi è di una band in giro da diverso tempo, il disco suona maturo, la mole di interviste e recensioni è sicuramente degna di nota, avete studiato tutto nei minimi particolari anche sotto questi aspetti o tutto è avvenuto in maniera casuale/fortuita? Marcello: Siamo contenti che il disco suoni maturo, fa sempre piacere ricevere certi apprezzamenti. Non siamo in giro da molto tempo come Human Improvement Process - dato che il progetto è nato nel 2010 – ma abbiamo deciso da subito che volevamo fare le cose seriamente e con la massima professionalità. Forse questo ci ha aiutati in questi ultimi anni. Molte delle cose che ci stanno capitando (interviste e recensioni) sono principalmente casuali e ci fa davvero piacere che ne stiano arrivando così tante. Fabio: Più che casuali direi inaspettate, ma è stato tutto curato nei minimi dettagli per poter apparire nel modo più serio e professionale possibile. Ascoltandolo oggi, c’è qualcosa che non vi convince pienamente di “Deafening…”? Marcello: Magari qualche piccola imperfezione qua e là, ma niente di fondamentale che vorrei cambiare a tutti i costi: sono ancora estremamente soddisfatto del prodotto. Fabio: Dopo l’uscita di un disco è normale pensare a piccole modifiche, ma ad oggi (abbiamo terminato le registrazioni da quasi un anno) non cambierei praticamente nulla. Le considerazioni più assurde lette sul disco? Marcello: Ne sono arrivate svariate... Le cose più assurde si leggono riguardo agli accostamenti ad altre band: ogni recensore sente gruppi diversi all'interno del disco, ma talvolta ci siamo davvero chiesti dove avessero sentito, nel nostro sound, certi gruppi o influenze. Fabio: Il paragone agli Anathema mi ha lasciato abbastanza perplesso! (risate) Che dire... E’ normale che ognuno senta sfumature e sfaccettature diverse in base ai propri gusti e ai propri ascolti! Cosa state ascoltando in questo periodo? Marcello: Come al solito un po' di tutto: dagli immancabili Decapitated, al black sperimentale e avantgarde, un po' di brutal... Fabio: Bloodbath, Morbid Angel, Rob Zombie, l’ultimo dei Blink 182, Dio, Vader e un sacco di altra roba. Chiudiamo con una domanda a bruciapelo: dateci un motivo valido per credere in voi e un motivo per il quale evitarvi. Marcello: Si può credere in noi per la passione e la dedizione che mettiamo in quello che facciamo, amiamo così tanto suonare e scrivere musica che le idee per qualcosa di nuovo non mancano mai. Motivo per evitarci potrebbe essere Fabio quando mangia fagioli e peperonata! (risate) Fabio: Penso abbia colto nel segno! (risate) Un saluto ai nostri lettori? Marcello: Innanzitutto grazie a voi per averci intervistato. Per i lettori: continuate a supportare la musica made in Italy e a seguirci! Ricordiamo infine, per chi volesse supportarci, i link per acquistare la copia fisica (in digipack): https://humanimprovementprocess.bigcartel.com e digitale http://hipband.bandcamp.com

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