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ETERNAL SILENCE

Nella vita quotidiana non riusciamo neppure a contare quante volte veniamo messi alla prova da situazioni che cercano di sopraffarci e di metterci i piedi in testa, al fine di costringerci a vivere in un mondo che ci appare troppo stretto, al punto da togliere persino l'aria che respiriamo. Un mondo ed una società fatta di costrizioni che riducono l'essere umano ad un elemento qualsiasi, pronto per essere annullato a proprio piacimento. I varesini Eternal Silence tentano con il loro terzo album 'Mastermind Tyranny', di descrivere questo senso di soffocamento, nella speranza che l'ascoltatore trovi un modo per poterne uscire. E tra le tante prove che bisogna affrontare con impeto e saggezza, gli Eternal Silence ne hanno dovuta affrontare una piuttosto pesante: reagire alla fuoriuscita del batterista storico Davide Massironi. Ma vedendo come la band ha risposto, sembra che la voglia di combattere non si è mai abbassata. Dietro le quinte dell'Arlecchino Show Bar di Vedano Olona che ha segnato l'arrivederci a Davide, dopo il loro live ci siamo intrattenuti con tutta la band per parlare del nuovo album e di come si deve reagire alle difficoltà.

Ciao ragazzi. Con ‘Mastermind Tyranny’ siete arrivati al vostro terzo album, ed il primo sotto l’etichetta Sliptrick Records. Mi potete spiegare qual è stato il motivo fondamentale per cui avete cambiato collaborazione a livello di label, e se ci sono degli aspetti positivi detenuti da Sliptrick che invece in Underground Symphony sono smebrati mancare? Marika: Innanzitutto precisiamo che l’album è uscito sotto l’etichetta Sliptrick per il formato fisico, mentre per il formato digitale è uscito per Ausr Secret Sound Records. La scelta di lasciare Underground Symphony è un po’ come  quando il figlio diventa maggiorenne ed esce di casa. Noi ringraziamo assolutamente Maurizio perché è stato una sorta di papà, anche se non è stato fisicamente con noi, ma ci ha accompagnati ed insegnato tanto. Ed era ora di provare a cambiare, visto che è il terzo album e si vuole provare a fare un qualcosina di diverso.

Davide Massironi: Questa scelta si pone anche come possibilità di cercare a fare quel passo in più, per esempio fare qualche data all’estero dato che su quel frangente eravamo in una fase di stallo.

Oltre alle date che farete con i Therion, voi avete già affrontato date all’estero in passato? Marika: Abbiamo già fatto date all’estero, anche se non tramite l’etichetta discografica, ma tramite scambi date o festival. Sicuramente Sliptrick Records si avvale dell’aiuto di collaboratori e propone delle buone date, soprattutto all’estero.

Avete già programmato qualche data futura all’estero? Marika: No, ci stiamo solo informando; oltre a queste dei Therion non abbiamo valutato altro. Tra l’altro, le date con i Therion le avevamo prima rifiutate (la guardo in modo strano…), perché non eravamo proprio pronti; poi però ci abbiamo ripensato, ed abbiamo detto che era ora di uscire di casa.

Tornando a ‘Mastermind Tyranny’, che significato ha la parola ‘tirannia’ in quest’album? Alberto: In questo specifico album la ‘tirannia’ rappresenta qualsiasi modo con cui la mente umana, all’interno della massa, viene soggiogata. In questo modo viene costretta a pensare in un certo modo, ad agire in un certo modo, sotto ad una sorta di tirannia e viene imprigionata.

Voi in questo album cercate di trovare una soluzione a questa costrizione? Alberto: In buona parte noi cerchiamo di descrivere in ogni brano un modo di vedere questa cosa. Per esempio, in un pezzo come “Fighter”, che è un brano che va verso il significato dell’avere forza in sé stessi, sul non lasciarsi abbattere dalle situazioni ma girarle a proprio vantaggio e cercare di giovare dell’esperienza per diventare persone migliori, cerchiamo di dare un modo per sopravvivere ed uscire da questo giogo, da questa prigione, da questa tirannia.

Questo tema principale che spiegate nell’album lo riscontrate anche nella nostra realtà quotidiana? Alberto: Spesso sì, è il mondo in cui viviamo. I nostri testi nascono da riflessioni spesso personali su quello che si vive ma anche su quello che si sente e che ci circonda.

Copertina di 'Mastermind Tyranny', uscito il 19 ottobre 2017 per Sliptrick Records

Qual è, secondo voi, il brano che esprime meglio il concetto di tirannia, e che rappresenta grossomodo il manifesto dell’album? Marika: A livello di testo , come esempio storico, è “Ashes Of Knowledge”, che non è altro che la descrizione dell’Inquisizione spagnola, letta tra le righe de “Il nome della rosa” di Umberto Eco. Si ha una descrizione di quando vengono bruciati i libri, e poi tutta la storia delle condanne. Secondo noi è il blocco storico più importante, come fatto effettivamente accaduto.

Alberto: Racconta come chi voleva esprimersi in un certo modo, chi leggeva libri, chi scriveva di determinate cose veniva “punito” per poi essere riportato sulla retta via.

Alessio: In pratica è l’impossibilità di sfogarsi, di esprimersi, di condividere e di essere felici. Tutti dovevano pensare alla stessa maniera, perché pensando alla stessa maniera e avendo soprattutto paura, la gente è più facile da controllare ed è più facile da mettere sotto una tirannia.

Nonostante l’immaginario infernale dato dalla copertina, durante lo scorrere dell’album mantenete comunque un mood sicuramente poderoso, intriso di una certa melodia, in linea con i precedenti album. E’ voluto da parte vostra questo discostamento tra immagine esterna e contenuto? Marika: In realtà l’immagine prende ispirazione, grazie al nostro fedelissimo grafico Hans Trasid a cui basta dare un’idea e ti inventa queste copertine pazzesche che ci fanno venire i brividi, da un passo dell’intro che è stato recitato dal nostro Alessio che fa così: ‘Non isperate mai veder lo cielo / I’vegno per menarvi a l’altra riva / Ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo’. Ecco, Alessio è il nostro Caronte, che ci traghetta e veniamo, con l’intro e con la prima canzone di ‘Mastermind Tyranny’, catapultati nell’Inferno. Quelli che vengono elencati in “Lucifer’s Lair” sono i gironi infernali, in cui noi e tutta l’umanità  finiamo, proprio a causa dei nostri peccati e del nostro modo di vivere, che può essere giusto o sbagliato che sia secondo i diversi punti di vista. In realtà non c’è un vero e proprio discostamento, c’è un legame. E’ come se la prima canzone dei gironi dell’Inferno racchiudesse tutte le altre.

Alberto: “Lucifer’s Lair” rappresenta la paura che viene insinuata in chi compie un peccato; sei un lussurioso? sei un ladro? devi patire all’Inferno, e questo rappresenta un po’ il filone dell’album.

Marika: Come detto, in “Lucifer’s Lair” vengono elencati i gironi dell’Inferno; gli altri brani presentano quelli che possiamo definire i peccati.

È sempre presente l’utilizzo della doppia voce da parte vostra: quando prevale Marika, quando prevale Alberto, quando invece si sovrappongono soprattutto nelle parti più concitate. Anche dal punto di vista della composizione delle liriche, in quest’album vi siete alternati, oppure c’è un autore principale dei testi? Marika: I testi ce li siamo divisi. In questo caso, siamo andati più a istinto. Ogni canzone ispirava o me o Alberto, e una canzone l’ha scritta anche Alessio ed è una novità. Infatti non ha solo tante idee ma ha anche scritto.

In alcuni brani avete inserito una quantità rilevante di orchestrazioni che rendono il tutto maggiormente sinfonico, forse più che in passato. Credo che questo sia il segno che, col tempo, avete acquisito i mezzi tali per poter osare sempre di più in fatto di arrangiamenti e collaborazioni musicali. Marika: Stiamo imparando a gestire un po’ meglio le cose che ci piacciono e che abbiamo nella testa, e stiamo riuscendo ad inserirle fisicamente, ed a capire come fare a rendere le nostre idee nello stesso modo in cui le abbiamo nella testa.

Queste orchestrazioni le avete create voi, o vi è servito l’ausilio di qualche collaboratore esterno? Alberto: Le ho create e le ho scritte io. Poi c’è stato tutto un lavoro in studio per creare le orchestrazioni come si deve. In questo caso c’è stato Giulio Capone che ci ha registrati, e quindi ci ha aiutati a tirare fuori quel sound orchestrale “sobrio” (ride), quel sound bello esagerato che ci piace.

Eternal Silence live @ L'Arlecchino Show Bar - 23/02/2018

La terra in cui vivete vi dà un’ispirazione importante nella composizione dei vostri pezzi? Marika: Certamente, ci sono storie all’interno dell’album che sono prettamente locali, specialmente verso le zone di Alessio.

Alessio: In particolare su “Game Of The Beast”, la canzone parla di un vissuto mio nella storia delle Bestie di Satana (ricordiamo che Alessio è totalmente estraneo alla partecipazione di questa setta). Ovviamente non ne ho fatto parte, ma ho avuto contatti di cui non dico i nomi; ho vissuto in quel periodo ed in quella zona, ed ho approfittato per scriverne il testo.

Quest’album è anche l’ultimo con Dave alla batteria. Ti chiedo se il tuo apporto è stato comunque costante dall’inizio alla fine dei lavori, o se hai avuto già nelle fasi di produzione dei problemi di salute? Davide Massironi: Io ho registrato tutto l’album, ma diciamo che qualche problemino è venuto fuori subito poco prima della registrazione. Poi siamo riusciti a portare a termine tutta la registrazione, quando ancora non c’era una decisione definitiva. Alla fine questi problemi fisici mi hanno portato a decidere di lasciare la band; sono problemi fisici che mi porto avanti da un po’ di tempo, anche prima di avere firmato il nostro primissimo contratto da band amatoriale. Dopo quel fatto, mi sono fermato quasi otto mesi, ed il gruppo non aveva grossi impegni e mi ha aspettato. Adesso, però, che il discorso si è fatto più serio ed importante, avendo firmato una collaborazione con una seconda casa discografica, aver fatto il terzo album e puntando a fare qualcosa di serio, non potevo permettermi di far fermare il gruppo; loro mi hanno anche detto che mi avrebbero aspettato e che avrebbero trovato un sostituto. Solo che la cosa si è protratta ed ho preferito farmi da parte senza nessun problema, e fortunatamente abbiamo trovato Andrea che si è impegnato tanto per imparare i pezzi, ed ora andrà avanti lui se non lo ammazzo prima (ride). Io invece rimarrò il sesto membro.

Non per fare i fatti tuoi, ma di preciso che problema hai avuto? Davide Massironi: Purtroppo ho quattro ernie alla schiena. Ho fatto l’ultima risonanza magnetica qualche mese fa che mi ha trovato queste ernie. Negli ultimi mesi venivo a suonare e non accusavo nessun problema, poi tornavo a casa e incominciavo a sentire indolenzimenti che, invece di passare il giorno dopo, si protraevano per una settimana, e lì ho capito che stava peggiorando la situazione. Anche ora la situazione si ripresenta; per esempio, stasera ho suonato cinque canzoni, ma già alla terza accusavo un po’ di problemi, dolori alla spalla ed al collo, e tendevo ad irrigidirmi e a pregiudicare la performance. Quindi, sempre per il discorso degli impegni che stanno diventando importanti, ho deciso di farmi da parte. Poi, nel futuro chi lo sa; magari mi rimetto a posto fisicamente, e comunque la batteria non l’ho venduta. L’intenzione è quella di tornare a suonare, ma se devo andare avanti così con questi dolori, anche no.

Vi chiedo quale sarà la sua caratteristica principale di cui sentirete la mancanza, e rivolto a lui qual è il consiglio principale da dare ai suoi compagni per continuare a percorrere la loro strada. (scherzando, NDR)

Davide Rigamonti: Il sudore ed i rumori molesti.

Marika: Le battute ed i sacchetti della spesa.

Alessio: Borse e borselli.

Davide Massironi: Ormai noi siamo amici da parecchi anni. Con Alessio siamo amici da vent’anni, abbiamo avuto anche altre band, e io sono un po’ il suo figlioccio, nel senso che se si fa tardi e sono nel Varesotto, vado a dormire a casa sua, e quindi siamo molto legati. Infatti, questa componente dell’amicizia è quella che mi ha creato più dispiacere, quella di lasciare lui e di lasciare tutti, perché si è creato un bel rapporto in questi anni.

Cosa vi ha catturato principalmente delle doti e delle qualità del nuovo batterista Andrea? Marika: Andrea ha un sacco di voglia di fare.

Davide Massironi: Io l’ho conosciuto dopo un paio di mesi che è entrato nella band. Ogni tanto mi sentivo telefonicamente con la band, e mi hanno detto che c’era questo ragazzo che cercava fortemente un gruppo heavy metal, dato che lui ama il genere ma ancora non suonava in un gruppo metal. La ricerca del nuovo batterista è stata abbastanza breve, nonostante non sia facile trovarne. Alla fine hanno trovato Andrea che si è dimostrato disponibilissimo, ci ha messo tanto del suo e diciamo che la sua scelta è stata una logica conseguenza. Inoltre un valore aggiunto è la sua giovane età.

Marika: In realtà hanno una cosa in comune Andrea e Dave: mangiano come due pattumiere, sono un mutuo… (ride).

Eternal Silence live @ Dumeltica - 17/06/2017

Quali sono stati, fino adesso, i riscontri che avete avuto, sia in Italia che all’estero, riguardo all’ultimo album? E in generale, dove avete riscontrato il seguito maggiore? Marika: Direi che gli ascolti sono saliti, ed anche i famosi like su Facebook, per quel che possano valere…

Davide Rigamonti: Li ho messi tutti io…

Marika: Lui non segue la sua pagina da artista, quindi figurati se può essere veritiera una cosa del genere, ma tant’è… Detto questo, c’è stato un buon aumento. In realtà, dove abbiamo avuto buoni riscontri è stato l’Est Europa, e comunque in ordine sparso, tra Inghilterra e Germania.

Sono grandi numeri che possono essere finalizzati a ipotetici futuri live? Marika: Non credo, perché non sono ancora degli spot così grossi ed intensi in punti precisi, ma sono più omogenei. Quindi, in teoria, possiamo andare dove vogliamo. Non ci fermerà mai più nessuno.

Cercate di convincere con un preciso pensiero chi non ha ancora avuto modo di potervi seguire, ad ascoltare ‘Masytermind Tyranny’ ed a seguire la vostra proposta. Marika: Nonostante l’album parli di fatti della vita quotidiana e di alcuni problemi che possiamo avere, e magari uno potrebbe dire ‘Eh ma sono già stufo di questa cosa, la vedo da fuori…’, è un modo come un altro per farci un piccolo ragionamento personale. E’ una sorta di introspezione musicale.

Davide Massironi: Alla fine credo che quest’album accontenti uno spicchio un po’ più vasto di persone, dato che comunque è un’alternanza di melodia e di pezzi più tirati e cattivi, ma mantenendo sempre la parte melodica con le doppie voci. Secondo me è un disco bello vario; se lo si ascolta bene si nota che c’è una canzone che tira, una canzone più mid-tempo, poi un’altra canzone che tira… E’ un disco piuttosto alternato, in cui si inserisce anche la ballad strumentale. Anche come generi si dimostra vario, ci sono delle cose in alcuni punti che sfociano quasi nel pop. Secondo me, rispetto ai due lavori precedenti, ‘Mastermind Tyranny’ è più vario. Non è nulla di nuovo, perché è il genere che sta andando per la maggiore in ambito metal, con la doppia voce.

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