ANTONIO GIORGIO
Chi conosce lo scribacchino di turno, sa che il power- sympho metal non è il genere che più gli si addice e che quindi, nell'affrontare la musica proposta da Antonio Giorgio e la sua band, si ha sempre un po' di timore dei soliti triti e ritriti clichè. Ma già dalle influenze dichiarate dall'artista irpino, ossia Kamelot, Dokken, Virgin Steele e Conception tra gli altri, il panorama non sembra così fosco, e lo è ancor di meno dopo aver ascoltato quella che è la sua prima fatica discografica, ossia quel 'Golden Metal' già recensito su queste pagine. Fatica si diceva prima e così è stato dopo che Antonio si era proposto con il suo demo ben tre anni fa, quando chi vi sta scrivendo trattava la rubrica sui demo per una testata cartacea ora in stand-by, tuttavia questa fatica si è tramutata in energia positiva per il loquace - leggete l'intevista e capirete perchè - singer campano, che incurante di critiche gratuite e di continui andirivieni tra i pur validi session men che lo hanno coadiuvato, ha continuato per la sua strada, raggiungendo il suo scopo, ossia tramutare in musica il suo pensiero, partendo da William Blake per arrivare a David DeFeis. Ma ora, lasciamo spazio alle sue parole...
Ciao Antonio, vuoi presentarti ai lettori di Hardsounds? Certo e con molto piacere! Innanzitutto ciao a te e a tutti i lettori di Hardsounds! Sono un cantante/compositore che viene dall’Irpinia (Lioni è il mio paese nativo) e che negli anni ha fatto varie cose come un bel po’ di demo, anche inusuali per lunghezza e contenuti, un album di metal covers autoprodotto, la partecipazione al Tributo Ufficiale alla Epic Cult band Virgin Steele con il brano "I Will Come For You" e diversi provini per bands nazionali e internazionali come Lost Horizon, Heimdall, Dreamscape, Icycore, Adagio, Beyond Twilight, Royal Hunt, Silent Force, Fifth Angel, Conception, fino a giungere a quello più significativo,ossia nel 2010/2011 per i Kamelot di Thomas Youngblood, per i quali sono stato in "stand-by" per un più di un anno per poi essere scartato anche per via di un mio comportamento un po’ sopra le righe e polemico ed ammetto di aver un po’ esagerato in tal senso, ma d’altronde posseggo un carattere verace, schietto e onesto e questo mi porta a dire cose che magari a posteriori avrei potuto evitare, ma tant’è siamo qui a parlare del mio effettivo debutto che sarà pubblicato a breve, ossia 'Golden Metal (The Quest For The Inner Glory)', album dalla lunga e travagliata preparazione, anche per via dei molti musicisti coinvolti e di cui sono molto orgoglioso poiché si tratta dell’album di una vita, con canzoni composte anche diversi annetti fa. Un album su cui punto molto, per non dire tutto!
Ci puoi spiegare cosa significa il concetto di "Golden Metal" e qual è la storia, il concept che sta dietro al disco? Il Golden Metal è un concetto che ho messo a punto ben tredici anni fa leggendo il mio autore preferito, Sir William Blake e il suo poema più epico e ambizioso, 'Jerusalem', contenente una frase filosofica che mi ha ispirato molto in tal senso, ossia "Metal is Gnosis", ossia 2Metallo è Conoscenza". Ora, il grande bardo non sapeva ovviamente che sarebbe nato un genere nel futuro come il Metal, ma essendo lui stesso un cantore dei suoi poemi credo avesse inconsciamente carpito l’Essenza del Metal, che è una musica profetica e visionaria che possiamo anche immaginare come la Colonna Sonora immaginaria di quella che sarà l’Apocalisse o una delle Apocalissi…Oltre a Blake, un’altra fonte d’ispirazione fortissima fu l’Alchimia, che essendo la "Scienza dei Metalli" ha in sé il concetto simbolico/metaforico di ciò che fa grande questa musica e ovviamente come gli Alchimisti cercavano l’Oro Spirituale attraverso le loro complesse e ermetiche operazioni, così i musicisti Metal più ispirati cercano di ricavare l’Oro Musicale attraverso le loro complesse alchimie, purificando i metalli vili in nobili e l’Oro è il Metallo più Nobile e Puro…uscendo dalla metafora, il Golden Metal per me è un modo per essere originale in un genere che sembra aver detto tutto, ma che in realtà è immortale come qualsiasi Grande Musica. Non so se questo sarà il mio "Magnum Opus", la Grande Opera degli alchimisti, ma di certo è un album molto importante per me, con un concept in parte autobiografico che ricalca varie fasi (alchemiche) della mia vita privata e artistica, alcune oscure e altre più solari e positive (proprio come sono le fasi alchemiche della nigredo,rubedo,albedo etc), fino a giungere circolarmente ad un’ideale Età dell’Oro della Mente e dello Spirito che non ha tempo, spazio e luogo. Ho creato un alter ego per il concept, Gabriel Raven, che è un musicista in cerca dell’Ultima Verità e della Pace Interiore sia nel campo sentimentale che in quello artistico. E’ un’Eterna Ricerca che non ha mai reale fine e quest’album è un inizio e una fine nel contempo, come un serpente che si morde la coda.
Qual è la tua professione nella vita di tutti i giorni? Esercito il lavoro di insegnante di lettere, ma devo dire che non è la massima ispirazione e fortunatamente mi lascia un sacco di tempo libero da dedicare alla Musica e all’Arte in generale. La Musica è il mio vero lavoro o meglio impegno quotidiano, dedico a lei buona parte delle mie energie creative e come diceva il mistico indiano Tagore è sicuramente la Regina delle Arti. Non è mai stato un hobby o un passatempo per me, ma una vera e propria missione e elevazione dello spirito. Ultimamente sto cercando anche di migliorarmi come musicista in quanto tale, studiando meglio chitarra e tastiera, dopo aver approfondito il mio strumento principale che è la mia voce. Non si finisce mai d’imparare e scoprire cose nuove.
Il tuo modo di cantare ricalca quello di due grandi quali Roy Khan e Don Dokken, come già puntualizzato in fase di recensione. Puoi parlarci dell’influenza che hanno avuto su di te? Ti ringrazio per il lusinghiero paragone con questi due mostri sacri del Metal Melodico che in effetti hanno un’influenza su di me come molti altri come Geoff Tate, Tony Martin, Ronnie James Dio, David Defeis, Lou Gramm, Gary Hughes, James Labrie, Daniel Heiman, Andy Engberg , Bruce Dickinson, Rob Halford, Alice Cooper solo per citarne alcuni, ma la cosa più importante per me è avere uno stile unico e riconoscibile come loro stessi, evitando appunto di”ricalcare”troppo le loro orme. Quello che ammiro dei grandi singers è il fatto di possedere uno stile originale e in questo senso non ho un cantante preferito (idem per bands e artisti). Ognuno deve trovare e cercare il proprio”Oro Interiore”:-D Ad ogni modo parlando nello specifico di un singer come Roy Khan, devo ammettere che per me è stato in un certo periodo della mia vita una specie di fratello maggiore per via di alcune esperienze in comune come una storia d’amore importante andata a male. Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda e anche le sue liriche mi erano di conforto, oltre ad una versatilità che ammiravo particolarmente del singer norvegese, capace di passare da uno stile quasi pop ad uno addirittura quasi Black-Metal (basti pensare alla sua estemporanea partecipazione al progetto Black dell’ex-bassista dei Conception Ingar Amlien nei suoi “luciferini” Crest of Darkness e ad alcune cose dark dei Conception & Kamelot). Don Dokken invece con il suo stile sognante, romantico e potente, è un singer basilare per chiunque voglia avere un approccio elegante e melodico al Metal in stile eightes, il "Class-Metal" dei Dokken (termine molto bello e fantasioso coniato dal grande giornalista Beppe Riva, come sapete meglio di me, dopo l’ascolto dei primi albums della band) ha fatto scuola e ancora oggi è termine di paragone per le bands più melodiche e raffinate.
Parlando in privato con te, hai evidenziato come il tuo modo di concepire il "gruppo" che ti accompagna sia simile a quello che aveva David Bowie, ossia piena libertà, anche artistica, vuoi parlarcene? Questa è una domanda molto interessante (come le altre sia chiaro), ti rispondo dicendo che credo che la lunga e variegata carriera del visionario rocker inglese è sicuramente altra fonte d’ispirazione per chi cerchi di avere sempre nuovi stimoli dai propri futuri albums/composizioni. Infatti è mia ferma intenzione non ripetermi nel futuro, ogni album avrà un suo perché e una sua unicità che non ricalcherà affatto quanto fatto in precedenza, se non per alcuni collegamenti testuali e contenutistici con leit-motiv e melodie/riff che potranno ripresentarsi in forma diversa. 'Golden Metal' è solo l’inizio e sarà un unicum nella mia spero lunga discografia, il resto veleggerà verso altri lidi e mari che non avranno molto in comune tra loro se non una certa cifra stilistica. In tal senso anche i "compagni di viaggio" potranno cambiare o ci si potrà ritrovare a varcare nuove soglie. Aspettatevi l’inaspettato!
La versione "definitiva" di ‘Golden Metal’ è in dirittura d’arrivo, quale sarà l’etichetta che lo pubblicherà e chi si occuperà dell’artwork? Ovviamente la versione recensita da te era solo un promo, seppur già piuttosto definita. Sono state fatte ulteriori modifiche e migliorie, ci saranno altri quattro lunghi brani e se ci sarà un’edizione limitata anche un cd bonus di Metal Covers a titolo 'Metalopolis Vol.I', che raccoglie anche brani registrati negli anni per provini e tributi vari. Anche il nome del progetto dovrebbe cambiare in AGM che sta per Antonio Giorgio Metal, ma anche Golden Metal nella "GM": per dire che questo è il Metal targato AG. Sulla questione label ci sarà una bella "unione/alleanza", come d’altronde è stato per i musicisti, il mio "Golden Metal Team" (ragazzi provienenti da bands valide e valorose come Fogalord, Veil of Conspiracy/ex-Astral Domine, Thunderproject/Blue Rose, Blaze of Sorrow etc), ho quasi raggiunto l’accordo definitivo con la label di un’importante giornalista italiano che ammiro dai tempi di "Metal Shock" (lascio ai lettori più attempati intuire chi possa essere) e per l’occasione creerò la mia label personale Golden Metal Kingdom Records che sarà la co-label, mentre per la distribuzione ci avvarremo molto probabilmente anche dell’aiuto di altre due labels storiche, frutto dell’amicizia e della stima recicproca che ho cementato per anni con i loro boss-labels. Per l’artwork invece mi avvarrò della collaborazione del valente e talentuoso designer napoletano Nello dell’Omo, che lavora principalmente per la Frontiers (pensa alla cover dell’ultimo album dei Sunstorm o dell’ultimo album del povero Jimi Jamison) per il booklet e per la front-cover dell’affermato e immaginifico artista francese Jean-Pascal Fournier (Avantasia, Immortal e molti altri). Questo salvo ripensamenti all’ultimo minuto, ma di sicuro la parte grafica sarà un gradevole e valido corredo alla vena visionaria e epica delle songs e del loro concept "alchemico/fantastico/autobiografico".
Sei molto legato ai Virgin Steele e al suo leader David DeFeis, tanto da partecipare attivamente al gruppo sulla band di ‘Noble Savage’. Ci parli dell’influenza che hanno avuto sul tuo modo di comporre e di interpretare i tuoi brani? David Defeis per me è l’equivalente in musica di Sir William Blake (non soltanto per l’omonimia del nome del concept 'The Marriage Of Heaven & Hell' con il capolavoro filosofico del bardo) e non scherzo! E’ a tutti gli effetti una specie di mentore artistico/musicale dai tempi dei miei primi demo e ne sono molto onorato. Le sue parole sul mio operato mi sono stato di grande conforto e forza e di certo non l’ho dimenticato. Partecipare al tributo della sua grande band e cantare un capolavoro di canzone romantica e epica come "I Will Come For You" è stato un vero onore e privilegio, conscio che non potrò mai raggiungere la sua incredibile maestria compositiva, considerandolo uno dei veri Geni e Innovatori non soltanto dell’Epic Metal, di cui è insieme ai Manowar e ai Manilla Road di Mark Shelton uno dei padri putativi, ma del Metal e del Rock in generale. Okay, oggi non canta più come un tempo e anche la sua vena compositiva non è più "dorata" come un tempo, ma rimane una di quelle figure inattaccabili e imperiose del nostro amato ed eterno Metal, che il tempo non scalfirà e che sarà fonte d’ispirazione fino alla fine dei suoi giorni. E poi ha anche origini italiane come Ed Pursino (addirittura delle mie parti!), quindi buon sangue non mente. Spero davvero di collaborare, suoi impegni permettendo, in futuro o anche registrare un mio Tributo personale alla band e a lui stesso. Glielo devo!!!
Sempre a proposito dei Virgin Steele, parlaci del Tributo 'By The Gods-A Noble Tribute To Virgin Steele' a cui hai partecipato. E’ stata un’esperienza molto importante e a tutti gli effetti è il mio debutto ufficiale, registrato nel 2010 e venuto alla luce solo l’anno scorso tramite la piccola Majestic Metal Records del mio amico statunitense Matthew Knight degli Epic Metallers Eternal Winter e uscito solo negli States. Fu Matt stesso ad invitarmi tramite myspace credo intorno al 2009 scoprendo la mia voce su questa piattaforma, insieme alla mia dichiarata passione per Defeis e soci. Ci sono tante bands interessanti della scena più o meno underground mondiale, tra cui i più affermati sono i danesi Iron Fire di Martin Steene (ex-Force of Evil in compagnia di membri dei Mercyful Fate), i teutonici Wizard e i polacchi Crystal Viper e l’altra band italiana sono i siciliani Noble Savage. Ho registrato il brano con i bolognesi Dreamsteel, band oggi dedita a sonorità più elettroniche e meno Metal, tuttavia tutti buoni musicisti. Chi voglia procurarsi una copia può farlo visitando la pagina www.majesticmetalrecords.com . C’è un booklet scritto da David Defeis che descrive ogni interpretazione delle bands dei suoi classici e l’artwork è curato dallo stesso autore delle ultime covers dei Virgin Steele: album essenziale per i fans della band.
Italian Metal, questione spinosa e secondo me, ancora in alto mare. Cosa ne pensi da artista inserito in questo contesto? E quali sono le band che lo possono “sdoganare” definitivamente? Questione complicata come asserisci tu stesso. Indubbiamente il Metal tricolore ha avuto una crescita esponenziale in fatto di bands e produzioni negli ultimi vent’anni, tuttavia sono ancora molte le lacune che lo caratterizzano, sia in termini di strutture live per le bands emergenti e più o meno affermate, che per l’aspetto professionale in vari aspetti del music business, tant’è vero che le bands più di successo come Lacuna Coil e Rhapsody (nelle varie incarnazioni/ denominazioni) si sono rivolte all’estero e a un paese egemone e iper-organizzato come la Germania per concretizzare le loro ambizioni e soprattutto gli ultimi si fa fatica a indicarli come "Metal tricolore" considerata l’ampia partecipazione di musicisti e produttori esteri. Se c’è una cosa che mi preme sottolineare di 'GM' è che è al 100 % un prodotto di Metallo Italico, con musicisti tutti provenienti dall’area nazionale (nessuna partecipazione estera "internettata" di musicisti più o meno famosi), prodotto da me e dai due leaders dei Fogalord, ossia dalla mente compositiva della band Daniele Bisi/Dany All e dal talentuoso giovane drummer Nicolò Bernini (anche nei death-metallers Blaze of Sorrow tra le sue altre bands) e con il supporto di labels altrettanto italiche. Fa eccezione solo il francese Jean-Pascal Fournier autore della cover, ma coadiuvato da un altro designer italiano, il già citato Nello dell’Omo. Ciò che non è mai mancato a noi italiani è senz’altro l’Immaginazione e la Creatività, che poi sono l’ossatura di una qualsiasi Opera d’Arte valida e ispirata. La sola tecnica/ forma/ professionalità non basta. Tuttavia essendo cantato in inglese e visti i miei trascorsi internazionali, è ovvio che si rivolge anche e soprattutto alla platea internazionale e non potrebbe essere altrimenti, ma rimane la fierezza di avere un prodotto davvero e interamente italiano.
Domanda un po’ a trabocchetto, quali sono i gruppi o se preferisci gli album di generi diversi dal “tuo” epic-symphonic? Parlo di thrash, death, black, ma anche di glam, street e aor, di solito gli artisti coinvolti nel genere che proponi sono molto conservatori…Altra bella domanda! Sono un divoratore di Metal a 360° (e di musica di ogni genere) e faccio fatica a inquadrarmi in un genere ben preciso, tant’è che in un certo qual modo l’ho creato io stesso,f ermo restando che il GM non è un genere, ma una "Visione". In genere chi ascolta Metal è molto devoto al genere e non potrebbe essere altrimenti, il Metal è come la Spada per il Cavaliere o il Guerriero, l’eterna compagna fedele che non ti abbandona mai, una cosa che altri estranei al genere fanno fatica a capire o addirittura accettare. Il GM è la spada forgiata da me per me ,dopo aver appreso i "Segreti dell’Acciaio" da tutti i miei innumerevoli e variopinti ascolti metallici. Facendo comunque presente che nell’area "Epic/Symphonic" i miei albums preferiti sono i doppi concepts di Virgin Steele & Kamelot 'The Marriage Of Heaven & Hell I & II' e 'Epica/The Black Halo', faccio uno (spero) esaustivo elenco per sottogenere di ogni tipo di Metal con il mio album preferito per settore (dura decisione!) :
Hai sempre dato spazio alle tue interpretazioni di brani di altri artisti: Kamelot, Dokken e Virgin Steele mi sembrano "fisiologici", ma avevi interpretato in maniera egregia anche "Tears Of The Dragon" di Bruce Dickinson, oltre a "The Mission" dei Queensryche e altre. Lo farai ancora in futuro? Penso proprio che la mia vena interpretativa non si esaurirà facilmente. Di fatto nasco come interprete e cantante e ovviamente per un singer che si rispetti l’interpretazione di materiale altrui fatta in maniera creativa e personale, ma senza tradire il messaggio originale, semmai ampliandolo e rendendolo in un certo qual modo "nuovo", sia qualcosa di basilare e vitale: c’è anche chi dice che la massima espressione per un cantante sia interpretare al meglio materiale altrui! E’ la curiosità di visitare luoghi a te non familiari, la curiosità del viaggiatore e dell’esploratore, che ti porta a rifare ciò che già esiste in una nuova veste. E’ come prendere un vestito e farlo tuo indossandolo come se fosse stato sempre tuo. Pensa ad uno come Jorn Lande che continua a omaggiare le sue fonti d’ispirazione con album di covers a volte riusciti, a volte meno, ma comunque fatti in maniera costante. E’ un singer di razza e tale mi sono sempre sentito anche io, nel mio piccolo. Solo che preferisco ricreare e rendere più originale il tutto, cambiando anche tonalità e "taglia", come se le songs fossero state scritte per la mia particolare timbrica e estensione. In questo non ho limiti e credo che "esplorerò" ancora molto questo lato di me, d’altronde anche i miei brani ne vengono arricchiti.
E adesso, una domanda che inverte le parti, cosa chiederesti a chi scrive di metal, sia webzine che carta stampata? Hai campo libero…Le belle domande continuano! Chiederei di continuare a supportare gli artisti e la scena nostrana, ma senza campanilismi e prese di posizione per partito preso. Vanno esaltati quelli che hanno qualcosa di davvero nuovo da proporre e che non ci si rifugi troppo in quel che di bello è stato fatto in passato, la chiave è sempre il FUTURO. Siamo qui per cercare nuove strade, non per ricalcare quanto di buono è stato già fatto, pur facendo tesoro e trovando ispirazione in esso.
Domanda classica: se dovessi andare su un’isola deserta quale libro,film,fumetto,disco non metal porteresti con te? Scelta difficile come sempre,ma anche divertente! Questa è la mia scelta:
Antonio Giorgio
14/08/2016, 00:27
Grazie mille a Giorgio Barbieri e alla redazione di Hardsounds per la bella intervista. Saluti, AG
Knight Of Golden Realm
08/09/2016, 17:34
Basta ti prego
Antonio Giorgio
01/10/2016, 23:01
Io non prego