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AINU

Ho avuto il grande piacere e la fortuna di vederli dal vivo grazie ai ragazzi del Glitch di Roma e come spesso capita a chi ha largamente superato i 50 anni da un pezzo, difficilmente si assiste a concerti che ti rapiscono, ti lasciano a bocca aperta, che ti assorbono e non ti permettono di distrarti: questi sono gli AINU, una nuova realtà targata Subsound Records.

Parlateci di voi, come vi siete incontrati e formati? Ciao! Qui Gelso, Jacco e Dani, rispettivamente batteria, basso e chitarra/Synth degli Ainu. Abbiamo iniziato a suonare durante il dannato periodo COVID dopo che la band precedente di Gelso e Dani (i Naat) si è sciolta. Avevamo voglia di continuare a fare musica strumentale e rumorosa cercando di esplorare strade un pochino più eclettiche senza seguire canoni ben definiti. Dopo poco alla squadra Ainu si è aggiunto anche il buon Jacco e subito si è creata quell’alchimia musicale che tutti stavamo cercando. Il periodo abbastanza restrittivo che stavamo vivendo ha paradossalmente creato in noi una voglia spasmodica di sentire e creare musica, al punto che oltre ad aver dato vita alla band, abbiamo allargato la nostra sala prove adibendola a sala concerti in un periodo in cui queste situazioni erano veramente rarefatte. Q!uesto ci ha aiutato a trovare stimoli ed idee musicali che al tempo sembravano un miraggio.

Da cosa deriva la scelta del monicker AINU? [Risata, ndr]. In molti credono che il nostro nome derivi da una piccola comunità ancestrale giapponese. La pura realtà è che Ainu vuole semplicemente dire “asino” in sardo, e crediamo che ci calzi proprio a pennello.

Come siete finiti nelle lunghe braccia della Subsound Records? Abbiamo avuto la fortuna di conoscere la magica Lili Refrain nel periodo in cui suonavamo ancora nei Naat, e tramite lei ed i suoi concerti abbiamo fatto la conoscenza del buon Davide. Una volta che il materiale del nostro disco ha preso sembianze decenti per l’ascolto, si è deciso di fare un tentativo e di provare a farglielo arrivare alle orecchie e fortunatamente gli è piaciuto, ed ecco li che siamo orgogliosamente e felicemente entrati a fare parte di quella bellezza che è la famiglia Subsound.

Le influenze noise sicuramente sono di Jacco (bassista) che già con i Meganoidi in passato ha maneggiato quelle sonorità; il post hardcore, il doom, il post dark/new wave a chi sono ascrivibili? A chi vi ispirate e da chi siete influenzati? Allora, possiamo dire che in primo luogo tutti e tre siamo abbastanza affamati di musica in tutte le sue derivazioni e senza limitarci ad un genere. Suonare è il risultato di un bisogno di ascolti famelico che tutti e tre nutriamo dentro, infatti nel nostro piccolo cerchiamo sempre di dare vita a situazioni musicali live a Genova, chi in un modo e chi in un altro, passando dal rock all’elettronica, al metal, al doom ecc. senza pregiudizi di genere e band, ma puntando molto sulla qualità, credo che questo si rifletta molto in quello che è il sound degli Ainu. Lavoriamo molto sugli arrangiamenti dei pezzi cercando di fondere i nostri variegati gusti in un unico flusso di suono che resti libero ma anche ben definito, questo ci piace e ne siamo anche parecchio orgogliosi. Insomma, ci piacciono i Moderat esattamente come ci piacciono gli Slayer [risate, ndr].

Con quale criterio avete scelto gli ospiti: Lili Refrain, Francesco degli Ottone Pesante, il chitarrista dei Charcarodon? Il criterio principale è l’affinità e l’amicizia che ci lega a questi splendidi esseri umani. Condividono con noi la passione per la musica e soprattutto la necessità di respirarla e viverla a tutto tondo, di fatto sono tutti artisti perennemente in giro per il mondo e tutta gente pronta a parlare di musica e a condividere con chiunque la propria personale attitudine. Tutti e tre sono artisti a nostro avviso incredibili che fanno dell’originalità un loro marchio di fabbrica nella loro musica. Lili Refrain ha dato vita ad un progetto totalmente unico nel suo genere, come anche Fra con gli Ottone Pesante e il suo progetto solista Zobibor, ed anche Boggio che con i suoi Charcarodon ed anche con quella magnificenza di progetto chiamato Cambrian ha dato una ventata di freschezza al Doom ed allo Sludge nostrano. Più i pezzi prendevano forma più sentivamo i loro singoli e magnifici interventi calzare a pennello al loro interno, ed abbiamo provato a coinvolgerli trovando fortunatamente la loro massima disponibilità. Tutto ciò è bellissimo perché hanno aggiunto una riga di magnifiche ciliegine a dei pezzi che già suonavano molto bene rendendoli a nostro avviso perfetti! Il buon Boggio tra l’altro negli anni si è insinuato sempre più all’interno del progetto Ainu diventandone a tutti gli effetti la seconda bellissima chitarra in molti dei nostri live, portandosi dietro anche la sua lapsteel, aggiungendo quel tocco di magia che proprio ci mancava. L’obbiettivo futuro è quello di averlo sempre più presente all’interno del progetto anche in fase di composizione di un nuovo disco e siamo molto curiosi di vedere come prenderà forma!

Concerti/tournee in vista? Beh, suonare tanto e a lungo è quello che vogliamo fare, e ci sono un po' di situazioni in ballo per il futuro. La più vicina è il concerto del 6 Febbraio allo Ziggy Club di Torino in compagnia proprio degli Ottone Pesante. Dopo due annetti di concerti in giro per l'Italia ci piacerebbe molto lavorare ad un tour fuori dal nostro paese per condividere i nostri volumi anche con chi ancora non ci conosce, siamo convinti che questo succederà a breve e siamo molto curiosi di vederne la reazione, ti faremo sapere come andrà.

Siete al lavoro su nuovo materiale? In effetti si, il disco anche se è uscito da poco in realtà è stato creato tre anni fa. Siamo al lavoro per dare alla luce un po' di musica nuova nel breve periodo sperando di creare qualcosa di fresco ed interessante sopratutto per noi. Speriamo di riuscire a registrare qualcosa a breve, magari un Ep con poche e lunghissime tracce.

Di voi si conosce molto poco, avete progetti paralleli oltre a Jacco con i Meganoidi? Dani esplora in solitaria il mondo dell’elettronica sempre alla ricerca di sound un po' diversi e personali. Gelso da un annetto è diventato anche il batterista di una band stoner/doom di nome Sator molto attiva da anni nella scena e che uscirà a breve con un nuovo disco. Jacco come sapete è il bassista dei Meganoidi e negli anni ha suonato in un sacco di band in generi molto diversi come i Cartavetro e i La Cosa ad esempio.

Che rapporto avete con la scena underground genovese? Possiamo dire di essere molto attivi ed influenti nella scena musicale della nostra città, sia come band, sia come organizzatori di concerti sotto il nome di CANE e WET MARY PRODUCTION & FIGLIO. A Genova abbiamo portato molte band con progetti musicali interessantissimi sia nazionali, sia internazionali, e abbiamo dato vita a tanti festival e serate e molte altre ne faremo. Per citarne una in particolare insieme a molte realtà genovesi, unendo gli intenti (cosa splendida a nostro avviso), a breve porteremo a suonare negli spazi dei Luzzati a Genova i Bohren & der Club of Gore il 4 di Aprile e sarà tutto bellissimo lo sappiamo già, poi come “Cane a Zonzo” e “Sudore Potente” ogni mese cerchiamo di organizzare serate il più possibile variegate nei pochi spazi rimanenti nella nostra antipatica città perché gli spazi sono pochi, ma il pubblico è tanto ed ha orecchie veramente tesissime!

La citta in cui vivete e la magnificenza, nonché la distruttività del mare hanno ispirato il concept del disco? Non essere influenzati dal mare vivendo in una regione come la Liguria arroccata su di esso è praticamente impossibile, come anche vivere senza subirne il suo unico e ammaliante fascino. Sicuramente il mare con la sua potenza e la sua infinita bellezza è parte integrante del nostro disco, ha influenzato molto il nostro approccio alla musica ed alla vita in generale accompagnandoci in ogni nostro singolo passo compositivo nella creazione dell’album con la sua potenza così come con la sua romantica ed infinita poesia. Esattamente come il mare però una grande influenza l’ha avuta la nostra passione per il cinema, portandoci a creare una specie di concept con il nostro album. Film come ”The Lighthouse” di Robert Eggers e serie TV come “D.E.V.S di Alex Garland ci hanno portato ad aggiungere campioni vocali all’interno dei nostri pezzi e di creare visual ad ok proiettate durante i nostri live.

Volete aggiungere qualcosa? Innanzitutto ringraziamo te ed il tuo interesse verso la nostra musica, cosa mai scontata e sempre apprezzata per gente come noi che di musica respira. Speriamo di reincontrarci presto sotto un palco in giro per un pò di bellissimo e sano convivio che è fondamentalmente il motore pulsante che da vita a situazioni generatrici di progetti musicali come il nostro. Grazie!!

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