YOB: CATHARSIS
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09/11/2005Basso e batteria arrivano da lontano, si aggiunge dopo poco un suono di chitarra che pare provenire dallo spazio siderale, seguito poi da un assolo in pieno stile anni ’70: è questa la lunga introduzione a “Aeons”, prima traccia di “Catharsis”, secondo full lenght dopo l’eccellente “Elaborations of Carbon” per gli statunitensi YOB, nonché monumentale capolavoro di Doom/Stoner psichedelico. E’ incredibile la varietà di suoni convogliata in questo disco: gli YOB riescono nella difficile impresa di rendere la loro musica, legata ad un genere troppo spesso eccessivamente monolitico e monotono, interessante e scorrevole. Numerose le soluzioni adottate dal gruppo americano: riffs doom, divagazioni strumentali ispirate all’hard rock settantiano, momenti rock, linee vocali ipnotiche caratterizzate dal timbro nasale di Mike Scheidt, pronto ad esplodere in furiosi growl nei momenti più aggressivi. La già citata prima traccia basterebbe da sola come perfetto esempio della magnifica proposta degli YOB: nei suoi 18 minuti e passa si può trovare di tutto. La seconda traccia “Ether” è una canzone più classicamente stoner e rockeggiante, meno complessa e più immediata, senza tuttavia perdere il trademark della band, uno schiacciasassi di 7 minuti che ci porta alla title-track, degno compimento di questo splendido lavoro. La traccia in questione è un capolavoro di 23 minuti, che parte soffusa per portarci alla parte centrale, incredibilmente intensa e drammatica; essa si fa poi più pesante e aggressiva e, accompagnata dai growl, ci porta al termine della canzone. “Catharsis” è un disco sublime, evocativo e difficilmente arrivabile; gli YOB hanno imparato la lezione impartita dai maestri Sleep ed Electric Wizard, creando tuttavia uno stile personalissimo e impareggiabile.
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