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SONATA ARCTICA: THE DAYS OF GRAYS

data

10/10/2009
80


Genere: Melodic Progressive Metal
Etichetta: Nuclear Blast
Distro: Audioglobe
Anno: 2009

Di questi tempi uno non sa mai cosa aspettarsi. C'è talmente tanta instabilità nell'aria che questa diventa quasi tangibile e alla fine uno si arrendere a vivere campando un po' alla giornata. Ed in tutto questo il nuovo lavoro dei Sonata Arctica cade proprio a fagiUolo (concedetemi la u). 'The Days Of Grays' arriva in un periodo della band, ovvero dopo la release del controverso 'Unia' e lo split con lo storico chitarrista Jani Liimatainen, nel quale ci si potrebbe aspettare davvero di tutto. Ed il quintetto di Kemi arriva con disco triste, grigio, pesante per certi versi, melodico, teatrale, classico, schizofrenico...inaspettato. La copertina in stile 'Silence', se vogliamo, poteva preannunciare un drastico ritorno al passato che può dirsi compiuto ma solo in parte, per fortuna. Archiviata l'eclettica esperienza di 'Unia' il combo ha fatto tesoro del lavoro svolto fino a 'Reckoning Night' per proporsi ora, tramite le dita e l'ugola del main composer Tony Kakko, in una forma completa e consapevole, capace di passare dal flavour del passato dell'up-tempo di "Flag In The Ground" alle sperimentazioni al limite del Nu-Metal (!) di un brano comunque riuscito come "Zeroes". L'opener "Deathaura" poi è un chiaro concentrato di questa posizione di maturità, che si presenta così incantevole nella sua complessità anche su "Juliet". I pezzi da novanta non mancano: "The Last Amazing Grays", che sembra arrivare da 'Winterheart's Guild', è vestita giusto dell'essenziale e si presenta nella sua formula più facile e riuscita, con un passaggio conclusivo a là Holopainen (Nightwish) per mettere in risalto il lavoro fatto con l'orchestra; la ballad "Breathing" ci regala Kakko nella sua emotività al 110%, da voce e piano si passa ad un struggente crescendo d'atmosfera con un refrain cucito ad hoc che da il via al solo di Elias che si trova strada spianata. Appunto, Elias. La prova del nuovo entrato in tutto questo popò di contenuti passa in secondo piano. Rispetto al passato dove i lunghi solismi di chitarra e tastiera avevano il loro peso oggi questi trovano spazio ridotto, per dare spazio ad un'ancora maggiore sviluppo del songwriting. Un brano tira l'altro, fuoco e fiamme, non si capisce quasi più niente. Poi però l'atmosfera va in calando e nel finale del disco una certa ripetitività non valorizza quanto di buono si può trovare in " As If The World Wasn't Ending". Chiude il cerchio l'intro del disco, stavolta in versione cantata e leggermente più estesa che riesce a farsi preferire a quella d'apertura. Manca qualcosa per tornare a gridare al miracolo, però in questo 'The Days Of Grays' i Sonata Arctica mettono sul piatto davvero tanta roba. E a parere di chi scrive da questa ricca portata un signore del songwriting come Tony Kakko saprà sicuramente tirare fuori le cose migliori. Un disco complicato, il giusto figlio di due lavori come 'Reckoning Night' e 'Unia' che forse non piacerà a tutti. In definitiva, wow.

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