SEPULTURA: SCHIZOPHRENIA
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13/08/2006Se l’album di debutto della band sudamericana mi ha da sempre dato l’idea di un qualcosa che assomiglia molto a degli Slayer approssimativi e rozzi, non è che con “Schizophrenia” le cose siano totalmente differenti. Infatti l’atmosfera che pervade le dieci tracce del disco (nove, considerando che nell’originale edizione brasiliana non figurava “Troops Of Doom”, già presente in “Morbid Visions”) è quella di un marasma senza luce in cui i ritmi forsennati di Igor Cavalera sembrano la colonna sonora delle più terribili catastrofi. Un thrash metal convulso ed impetuoso la cui essenza sfocia dall’ugola ruvida di Max Cavalera ed irrompe nella testa dell’ascoltatore con una crudeltà quasi death metal. L’inizio, con “From The Past Comes The Storm”, è dei più devastanti, ma anche durante il resto del disco ci si trova di fronte a un’incessante aggressione sonora, tanto primitiva nei modi quanto efficace quando si tratta di coinvolgere e sconvolgere l’ascoltatore con soluzioni sconquassanti e inesorabili. Se “Septic Schizo” e “R.I.P. (Rest In Pain)” sono due tra i migliori brani del lotto, veri esempi di ciò che sono stati i primi Sepultura, abbiamo l’obbligo di segnalare anche “Escape To The Void”, spesso riproposta dal vivo, e i sette trascinanti minuti tutti strumentali di “Inquisition Symphony”, l’elemento più atipico nel contesto di “Schizophrenia”, ma non per questo inferiore al resto. Il classico album per chi cerca emozioni forti in ambito estremo senza curarsi troppo della forma.
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