SECRETS OF THE MOON: ANTITHESIS
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14/08/2006Partiti una decina d'anni fa come fieri cultori del BM nero che più nero non si può, abbracciando lo stile dei gruppi più famosi della Norvegia (Darkthrone e Mayhem dei tempi che furono), i tedeschi Secrets Of The Moon hanno sempre rappresentato un modo alquanto bizzarro di fare musica metal, sempre con un capriccioso guizzo di personalità qua e là, a volte geniale, a volte imbarazzante. Con il precedente album 'Carved In Stigmata Wounds' (2004), erano stati gettai a terra i primi semi di un processo di evoluzione stilistica e compositiva che li avrebbe portati ad abbandonare il truce, vecchio ed abusatissimo old skool BM delle prime releases ('Stronghold Of The Inviolables' del 2001 su tutte) a favore di un sound di difficile catalogazione immediata, pregno di influenze, spunti di originalità e con ossatura similare a quella delle recenti composizioni di un grupponi come gli Enslaved e Borknagar. Nel nostro caso le tematiche portanti si basano sulla ricerca luciferina del diavolo, non in senso religioso o pseudo-satanista, ma come ricerca di ispirazione morbosa per l'Arte, come ammirazione sel sublime, spirito di ribellione e fonte di distruzione e costruzione (basta ascoltare per esempio "Seraphim Is Dead" o "Ghost"). 'Antithesis' si presenta quindi come un album maturo, dinamico ed in piena evoluzione, ragionato, ben composto, ben suonato e ben registrato, nel quale convengono radici BM, ossature prog e venature oscure e riflessive; nel quale ogni canzone finalmente si distingue da tutte le altre del lotto per un proprio spirito di fondo (merito di un songwriting più maturo e curato) e che quindi merita di essere ascoltato, apprezzato e ricordato nel tempo come un tentativo coraggioso di uscire dal nebbione degli emulatori affezionati (chiamiamoli pure così dai...) per cominciare a brillare di luce propria come solo in pochi sanno fare.
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