OBSCURA: COSMOGENESIS
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26/02/2009Questa band sarà nuova, ma i componenti non hanno certamente bisogno di presentazioni: negli Obscura troviamo nientepocodimeno che Christian Muenzner e Hannes Grossmann (ex Necrophagist) e il virtuoso del basso Jeroen Paul Thesseling, che per capirci è quello che ha suonato in 'Spheres' dei Pestilence. Pertanto, il sound del quartetto tedesco è, e non poteva essere altrimenti, un Death tecnicissimo e pieno di velleità progressive. Gli immancabili riferimenti ai mostri sacri del genere li troviamo fin dall'inizio, ed è impossibile non pensare ai vari Death, Cynic e agli stessi Necrophagist durante l'ascolto. Quindi, grazie alla pulitissima produzione e all'immensa perizia tecnica dei nostri siamo subito catapultati in un labirinto di tempi dimezzati e irregolari, dove i riff sono quanto di più complesso ci sia, dove basso e batteria viaggiano su orbite distanti anni luce senza che una singola battuta sia fuori posto. E le chitarre, complicate, melodiche ed efficaci contemporaneamente. Ma è il basso di Thesseling a provocare più orgasmi nell'ascoltatore, con le sue linee complicatissime e incredibili, i soli, le dissonanze ("Incarnated"). E ogni tanto sentiamo anche qualche innesto di voce pulita insieme a effetti a là Cynic, come in "Choir Of Spirits" e nella title track. Ma a mio avviso il capolavoro è la strumentale "Orbital Elements", con le sublimi geometrie metriche degli arpeggi, le dissonanze vagamente meshugghiane e gli improvvisi cambi di tempo e il geniale assolo di basso. Comunque, non pensiate che qui si parli di sola tecnica e pulizia: ce n'è anche per gli appassionati della violenza e della brutalità, che saranno pienamente appagati. Insomma, questo è tutto un album da gustare per gli amanti dell'estremo e della tecnica, anche se ha il(trascurabile?) difetto di non dire nulla più di quanto non abbiano già detto in passato Theory In Practice, Martyr o Neglected Fields. Quindi consigliatissimo ai cultori del genere e suggerito, diciamola così, a tutti gli altri.
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