STRAPPING YOUNG LAD: THE NEW BLACK
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20/09/2006Dal ritorno in pompa magna a nome “SYL” e datato 2003, la band di Devin Townsend non sembra stancarsi di sfornare album e così, puntuale, ci ritroviamo tra le mani questo “The New Black”, che per il noto complesso canadese si tratta del terzo disco negli ultimi quattro anni, il quinto dell’intera discografia. E i fan non resteranno delusi nemmeno questa volta, dato che le undici tracce di “The New Black”, pur restando ancorate al classico sound degli Strapping Young Lad (ammesso che abbia senso parlare di classico sound per un act come questo), riescono comunque a rinnovare la proposta della band grazie a soluzioni sempre più nuove e sperimentali. Chi lamentava il fatto che già “Alien” sembrava essere un disco troppo tradizionale per il nome che aveva impresso in copertina, con il presente lavoro sarà messo totalmente a tacere, tanto variegato è il puzzle che va a comporre “The New Black”. Se da un lato troviamo le tipiche vagonate di industrial thrash metal, sparato a folle velocità e sorretto da mastodontiche mura di tastiera (“Wrong Side”), d’altro canto non possiamo non registrare la presenza di pezzi meno impulsivi e magari legati al più classico heavy metal: è il caso di “Far Beyond Metal”, che oltre a sfoderare un refrain da brivido e un assolo d’alta scuola, ci regala la presenza di Oderus Urungus (dei Gwar) in veste di guest. Troveremo anche Bif Naked in “Fucker”, ma il brano in questione è forse il meno riuscito del lotto, relegando in seconda fascia l’apparizione dell’altro Gwar. Per il resto, giù il cappello davanti alla perfezione di Gene Hoglan, che guida l’assalto di “You Suck” non mostrando pietà alcuna verso il proprio strumento. E non dimentichiamo l’opener “Decimator”, splendida nel suo mutare forma in continuazione, e la conclusiva title track, che ricordando da molto vicino alcune strutture ritmiche dei Dark Angel, si conferma come uno dei brani più riusciti ed accattivanti di “The New Black”.
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