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MORBID ANGEL: ILLUD DIVINUS INSANUS

data

30/06/2011
60


Genere: Death
Etichetta: Season Of Myst
Distro:
Anno: 2011

Credeteci, se fosse possibile chiudere questa recensione con le quattro righe stringate che in genere concediamo al più mediocre dei demo, adesso ne avreste per un altro paio di righe. E preferiremmo che fosse così. Purtroppo, però, qui si sta parlando dell'uscita dell'anno (nel bene e nel male), pertanto non possiamo ridurre il tutto a un commento schematico con stellette da uno a cinque, come farebbe una rivista di automobilismo. Primo album della reunion con David Vincent, a otto, dico otto anni da 'Heretic', nessuno si aspettava il nuovo 'Covenant', non noi almeno. Eppure era lecito aspettarsi qualcosa di diverso, e diciamolo, di maggiore qualità. Superata l'intro, ci troviamo di fronte al brano che ha shockato i fan di mezzo mondo, "Too Extreme!". C'è poco da dire: un pezzo del genere potremmo trovarlo in un disco dei Laibach (sì, gli stessi che fecero un EP coi Remix degli Angels, ndr), o dei Combichrist, o, se siete maligni, dei Genitortures. Siamo sinceri, sarebbe vecchia e stantìa pure se fosse un prodotto delle band citate. Ritmo monotono e ripetitivo, fraseggi inesistenti, riff stantii, da dimenticare. Apprezziamo solo il coraggio, ma niente più. Con la successiva "Existo Vulgoré" finalmente si ascolta un po' di death, ma piano con gli entusiasmi: per chiunque sarebbe un brano discreto, per i MA quasi uno scarto di 'Heretic', con qualche fraseggio carino ucciso violentemente dai trigger sotto steroidi. Si prosegue con la monotona "I Am Morbid" per poi riprenderci, e alla grande, con l'ottima "10 More Dead", brano che poteva tranquillamente trovarsi in 'Domination', con tutti i trademark del caso: riffoni, break, dissonanze, assoloni, tempi spaccaossa. Ma l'orgasmo dura davvero poco: ci becchiamo l'improponibile (soprattutto per il titolo) "Destructors Vs. The Earth/Attack", una specie di versione industrial dei Sepultura metà anni Novanta. Niente, c'è poco da dire, riff sbilenchi, ripetitività inaccettabile, mancanza di ispirazione. Accettabile "Nevermore", ma niente di più, al massimo la si potrebbe passare come un inedito di 'Heretic', ad essere buoni. Poi la catastrofe: "Radikult", un'autentica schifezza, che se non fosse per il pregevole solo di chitarra sarebbe da cestinare senza appello. Inaccettabile anche in una demo industrial di due diciassettenni fattoni di Monaco in overdose da Special K e krauti. L'ultima traccia? Peggio, credeteci. Come possiamo interpretare tutto cio? Incolpando Sandoval che ha abbandonato? No, il nuovo batterista spacca. Il nuovo chitarrista? Nemmeno. La voglia di non ripeterso in eterno, di suonare roba meno complessa e più immediata, magari per tutti quei ragazzini che non hanno mai ascoltato 'Altar...' o 'Blessed...'. Noi ci limitiamo a prenderne atto, apprezzandone il coraggio e dicendo le cose come stanno. P.S. L' album è disponibile anche in un formato a tiratura limitata con scatola in legno, CD con custodia in pelle, LP a tiratura limitata, candele e portacandele, incenso e diffusore, poster e T-shirt.

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